Creare una linea di prodotti food design – piatti, tovaglioli e bicchieri monouso – che siano economici e al tempo stesso eco-sostenibili. Con l’obiettivo dichiarato di rilanciare un settore, quello delle stoviglie in cartoncino stampato, che negli ultimi anni ha registrato un calo di vendite.
È questa la missione che Bibo-Diesse, azienda leader in Italia nel campo dei prodotti monouso per alimenti, ha affidato a un gruppo di studenti universitari del Corso di Studi in Architettura. All’interno del Laboratorio di disegno industriale tenuto dal professor Dario Russo, gli aspiranti designer hanno così dato vita a progetti innovativi: tovaglioli e piatti che possono diventare origami o racconti animati, stoviglie con effetti ottici o immagini di opere d’arte. Il tutto fuori dagli schemi consueti, dominati dalle animazioni di colossi dei cartoon come Disney.
“Abbiamo scelto di rinunciare all’utilizzo delle licenze per riprodurre i personaggi di fumetti e cartoni animati in modo tale da abbassare i costi. Per un set di 12 piatti, un consumatore paga oggi 4,20 euro; noi contiamo di dimezzare il prezzo finale”, spiega Francesco Lo Voi, consulente Bibo-Diesse.
“Da parte degli studenti – aggiunge – sta arrivando un contributo di idee tanto sul fronte meramente estetico quanto sulla sperimentazione dei materiali”. Già oggi, Bibo-Diesse può vantare una gamma di prodotti compostabili e sta lavorando affinché la sostenibilità sia anche sinonimo di qualità. “Ecco perché abbiamo deciso di stare dentro l’Università e vogliamo al nostro fianco i migliori giovani”, sottolinea Lo Voi. L’azienda si è impegnata a creare almeno una linea di prodotti food design. Anche se in vista della mostra “Design & Territorio”, che si terrà il prossimo 25 settembre al Real Albergo dei Poveri, realizzerà tutti i prototipi progettati dagli studenti del Laboratorio di disegno industriale. “Più in avanti il nostro ufficio marketing deciderà quali stoviglie lanciare sul mercato”, dice il rappresentante di Bibo-Diesse, gruppo siciliano che conta 26 dipendenti nello stabilimento di Cinisi e altri 165 suddivisi nelle fabbriche di Settimo Torinese, Sant’Ilario D’Enza (Reggio Emilia) e Buccino (Salerno).
“L’avventura Bibo-Diesse nel laboratorio di disegno industriale – conclude Russo – si risolve ora sul piano della comunicazione, facendo leva sul gioco, la fascinazione di una favola o i ritratti semplificati della storia dell’arte: calamite visive per attrarre e far giocare i bambini educandoli. Il prossimo passo, senza mai tralasciare l’importanza della comunicazione e dell’appeal del prodotto, sarà una sperimentazione sui materiali e sui processi all’interno di un sistema-prodotto”.
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