“Forse non ci arriviamo, ma questo lo posso dire tra 48 ore perché ogni assessorato sta lavorando per poter produrre la certificazione necessaria. L’Ue ci chiede un tetto di 674 milioni di euro, vi posso dire che abbiamo superato i 570 milioni. A questo punto non so se riusciamo a raggiungere il target e non so se gli uffici stiano producendo certificazione voglio augurarmelo, ma comunque rispetto ai 6 milioni di spesa che abbiamo trovato quando ci siamo insediati avere potuto impegnare ed erogare tante risorse è già un motivo di orgoglio. “. Lo ha detto il presidente della Regione siciliana, Nello Musumeci, incontrando i cronisti per il tradizionale scambio di auguri di fine anno.
Musumeci ha aggiunto: “erano stati spesi solo 6 milioni sul triennio 2014-2017. Arrivare fin qui è stato un miracolo di impegno. Rimarrebbe l’amarezza per essere penalizzati da Bruxelles, ma questa amarezza non mi sento di poterla assimilare assieme ai colleghi perché se non abbiamo fatto miracoli ci siamo andati vicini”.
“Nessuno avrebbe scommesso di lambire il target, non ci avrebbe creduto nessuno – ha concluso – Abbiamo impegnato i dipartimenti fino al massimo con una profusione di energie assolutamente inimmaginabili”.
“Un ringraziamento devo farlo al Ministro Lezzi che si è impegnata con noi, ha semplificato la strada e ci ha dato tutto il supporto possibile. E’ una cosa che va riconosciuta”.
Ma la certificazione della spesa comunitaria non è stato l’unico argiomento al centro della conferneza di fine annmo di Musumeci. Inevitabile l’argomento terremoto di Santo Stefano “Sulla prevenzione siamo all’anno zero. Si è costruito sulle faglie, abbiamo l’80 per cento delle scuole non a norma e buona parte degli edifici strategici (caserme, scuole, ospedali, prefetture) vulnerabili al terremoto e che in ogni caso dovrebbero resistere quando c’è una calamità. Quanti sarebbero in Sicilia gli edifici strategici resistenti? Nessuno ha mai fatto questa indagine, per questo abbiamo stabilito un piano straordinario anti-sismico: entro un mese dobbiamo avere l’elenco degli edifici strategici non a norma sarebbero e che sarebbero più di mille; in 3 mesi bisognerà pianificare gli interventi, penso ci vorranno 500 milioni che il governo centrale non potrà non erogare alla Regione”.
Sul piatto, poi, le riforme. Questo governo viene accusato di immobilismo ma Musumeci non ci sta “La nostra strategia di riforma non punta a produrre quante più leggi possibili. Leggevo dichiarazioni del mio amico Davide Faraone e prima di lui del suo nemico anzi collega di partito Giuseppe Lupo: questo governo non ha prodotto leggi. Ma davvero siamo convinti di illudere il popolo siciliano? Ne abbiamo migliaia di leggi inapplicate. Un governo non si misura dal numero dei ddl che propone all’aula, ma dagli obiettivi che riesce a raggiungere”.
“La nostra stagione di riforme prevede 10-12 disegni di legge, 5 già presentati, altri 5 li presenteremo nei prossimi mesi. Ma se il Parlamento non ha portato avanti nessuna dei ddl come si fa a chiedere al governo di presentare leggi?”, ha sottolineato Musumeci. Il governatore ha fatto riferimento ai ddl su pesca, rifiuti, diritto allo studio, semplificazione amministrativa e lavori pubblici, mentre per quelli futuri ha citato la riforma forestale, i consorzi bonifica, la gestione delle riserve e l’omogeneizzazione degli enti in agricoltura. “Noi non abbiamo bisogno di produrre leggi perché non ne ha bisogno il popolo siciliano, semmai serve una riorganizzazione delle leggi con testi unici – ha affermato Musumeci – Siamo serenamente convinti di essere sulla strada giusta, non abbiamo creato rimpasti in giunta o sostituito assessori”.
Sulle difficoltà d’aula e non soltanto , poi “Un governo che non ha maggioranza e che riesce a superare le tempeste, i marosi e una campagna pubblicitaria denigratoria merita rispetto da parte delle opposizioni e anche delle organizzazioni sindacali. Mai una parola di ringraziamento, ma è mai possibile? Nemmeno di fronte agli aumenti per i forestali e al contratto per i regionali”.
Musumeci rivendica il grande risultato del nuovo accordo con lo Stato “Non era mai accaduto, almeno negli ultimi trent’anni, che un governo della Regione chiedesse e ottenesse nel giro di un paio di settimane un tavolo di confronto con Roma per mettere in elenco 6-7 punti prioritari. Il vice presidente Armao ha tenuto il confronto per 4 mesi lunghi e difficili, all’ultimo il tavolo stava per saltare ma alla fine l’abbiamo avuta vinta noi: abbiamo chiesto al governo di restituirci quello che ci era stato tolto, senza atteggiamento remissivo, senza piattino in mano e senza complessi di colpa o responsabilità”.
“Abbiamo ottenuto i primi tre risultati significativi – ha aggiunto Musumeci – rimangono aperti altri dossier sui quali torneremo ai primi di gennaio: la riforma della finanza locale, la sorte delle Province, la defiscalizzazione dei prodotti petroliferi che è una battaglia dalla quale non si arretra neanche di un millimetro, e la continuità territoriale che ci consentirebbe di garantire ai residenti in Sicilia di potere viaggiare con tariffe sociali assolutamente accessibili”.
E sulla manovra nazionale evita polemiche col governo centrale “Il Sud non è al centro della Finanziaria ma non fatemi commentare, non voglio litigare col governo nazionale. Abbiamo rispetto e ne pretendiamo altrettanto. Parliamod elle cose da fare come la necessità di avere una vera continuità territoriale per la Sicilia. Sono stato a Roma a spese mie e quando dovevo anticipare il viaggio di ritorno per raggiungere Catania a seguito del sisma mi è stato detto di pagare 540 euro per il volo Roma-Catania della compagnia italiana – 540 euro sono mezzo stipendio di un impiegato e di un operaio. Questo non è accettabile”.
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