La Regione siciliana sapeva che i progetti presentati a valere sul PNRR nel settore irriguo destinato all’agricoltura presentavano numerose criticità. E non solo la Sicilia. Del problema erano a conoscenza tutte le regioni tanto che una serie di “problematiche” erano state poste all’attenzione del Ministero dal coordinatore della conferenza delle regioni in materia, l’assessore veneto Federico Caner.
Intanto i fondi persi. Non sono solo 360 milioni ma dalla somma delle possibilità sfumate si arriva quasi a 422 milioni che la Sicilia non otterrà . Di questi una parte potrebbero essere recuperati a novembre quando si stilerà un altro decreto di ammissione a finanziamento di tutti i progetti che non hanno trovato spazio nel PNRR ma che hanno risolto le loro criticità. I fondi sono statali. Concorreranno i progetti esclusi dal PNRR ‘sanati’ e quelli caricati in piattaforma ministeriale dopo il 25 settembre.
I problemi nella predisposizione dei progetti a valere sul PNRR erano stati segnalati al Ministero e il ministro Patuanelli in persona aveva risposto con lettera inviata proprio all’assessore Caner il 15 settembre. Patuanelli spiegava il perché delle scelte e la loro inevitabilità oltre che ricordare la precedente condivisione dei criteri.
“I criteri di scelta, condivisi con la Commissione Europea – scriveva Patuanelli a Caner – sono gli stessi adottati nell’ambito del Programma nazionale di sviluppo rurale 2014-2020 e concordati con le Regioni e Province Autonome nel 2015”. Dunque criteri ben noti sui quali le Regioni si confrontano da anni. Niente di nuovo o di stringente.
Unica vera novità il requisito minimo da due milioni di euro per progetto “anch’esso – scrive Patuanelli – concordato in conferenza Stato-Regioni quale criterio di demarcazione tra gli ambiti di competenza nazionale e i PSR regionali”.
“La tempistica inoltre rappresenta una condizione inderogabile – precisa il ministro – al fine di rispettare le scadenze stabilite dallo stesso PNRR per la selezione dei progetti che deve essere conclusa entro il 30 settembre 2021”.
Adesso la Sicilia deve affidarsi agli esami di riparazione ovvero al decreto del 15 novembre prossimo quando andranno a finanziamento con fondi statali alcuni dei progetti fin qui scartati. Ma è essenziale sanare gli errori e le omissioni, mettere in linea i progetti con tutti i criteri e, dove serve, farli validare da tecnici abilitati