Piano di riequilibrio, fondi covid e rendiconto 2020: la gestione della situazione economico-finanziaria del Comune di Palermo tiene banco in Consiglio Comunale. Dopo le polemiche scaturite sulla gestione delle risorse del cosiddetto “fondone”, a Sala delle Lapidi si aprono due grandi partite: quella dell’approvazione del rendiconto 2020, atto commissariato per scadenza dei termini di legge, e quella più importante del piano di riequilibrio. Un atto che vincolerà il futuro del capoluogo siciliano e delle prossime quattro sindacature. Un documento sul quale ci sono diversi dubbi, anche in termini di credibilità.

Rendiconto 2020 commissariato

Fra le vicende principali affrontate dal Consiglio Comunale nella seduta del 19 gennaio vi è quella del rendiconto 2020. Un atto commissariato e che bisognerà votare con urgenza. A tal proposito il punto è stato prelevato per poi essere immediatamente accantonato. Ciò per permettere la discussione sull’emergenza cimiteriale e sulle criticità legate allo stato di Palazzo Barone. La questione sarà ripresa nella seduta odierna, alla presenza degli uffici competenti. Tra i convocati vi è il ragioniere generale Bohuslav Basile. Il dirigente sarà così chiamato a districare la questione relativa all’investimento delle risorse del cosiddetto “fondone”. Un capitolato di spesa legato all’emergenza covid-19 e che il Comune di Palermo ha utilizzato per controbilanciare le mancate entrate tributarie.

Caos fondi covid, scontro in Consiglio

Una cifra intorno agli 83 milioni di euro, sulla quale si è acceso il dibattito politico.  “La Giunta ha fatto una scelta. Poteva fare altro, ma ha deciso di investire questi fondi nella maniera che tutti conosciamo. Abbiamo soltanto messo in evidenza le parole del ragioniere generale”, ha dichiarato il capogruppo di Italia Viva Dario Chinnici, rivolgendosi alla maggioranza politica del sindaco Orlando che, nel pomeriggio di ieri, ha definito come “sciacallaggio” il dibattito politico accessosi sul tema. Affermazioni fortemente criticate dall’esponente di +Europa Fabrizio Ferrandelli. Sulla questione è tornata anche la consigliera comunale del PD Milena Gentile. “Bisogna chiarire le cose per bene. I ristori ai commercianti li ha gestiti lo Stato, tanto è vero che i fondi sono stati assegnati tramite la piattaforma INPS. Quelle del cosiddetto “fondone” non erano risorse che dovevano andare direttamente ai commercianti. Bensì servivano a bilanciare le maggiori spese derivanti dalle minori entrate del mancato incasso dei tributi da parte del Comune”.

Caos piano di riequilibrio

Ma il caos sui conti del Comune non si ferma ai fondi covid, ma bensì si estende al piano di riequilibrio. Sull’atto si gioca la grande partita del futuro di Palermo, non solo per il breve termine ma per i prossimi vent’anni. Una convergenza sulla quale i tempi si stringono sempre di più. L’atto, infatti, va approvato entro il 31 gennaio. Altrimenti, si apriranno le porte del dissesto. Tanti i nodi da dirimere: dall’approvazione delle nuove tariffe TARI alla questione degli aumenti sui servizi individuali, come ad esempio il nuovo prezzario sugli impianti sportivi.

Tempi stretti per l’approvazione

Tempi stretti, quelli per approvare l’atto. Il Consiglio Comunale ha tempo fino al 31 gennaio. Bisogna far presto quindi, come specificato dal consigliere comunale del gruppo “Oso” Ugo Forello. “Non posso che affermare il fatto che la seduta di ieri ha manifestato tutti i dubbi relativi al piano di riequilibrio, ad oggi del tutto inadeguato rispetto alle finalità che deve raggiungere. Qualsiasi emendamento dell’atto dovrà avere i pareri necessari. Fra questi quelli del ragioniere generale e del Collegio dei Revisori, che non hanno definito positivamente l’atto. Ritengo necessario che si faccia un incontro per comprendere quali sono i margini di manovra del Consiglio Comunale. Parliamo di un atto che avrà incidenza per i prossimi quattro sindaci. Sala delle Lapidi non può lavarsene le mani. E se non ci sono possibilità di modificare, arrivare anche a bocciare l’atto. I tempi sono brevissimi e la condizione è quasi impossibile”.

Piano della pubblicità sospeso dal TAR

L’ex esponente pentastellato rappresenta tutte le perplessità e chiede modifiche all’atto. Ciò alla luce della sospensione, da parte del TAR, del piano della pubblicità. “Mi risulta che è stata sospesa la gara del bando sulla pubblicità da parte del TAR. Atto che prevedeva un gettito di oltre 2,5 milioni di euro all’anno per il Comune di Palermo. Questo atto è stato fatto male, addirittura in violazione rispetto al regolamento votato dal Consiglio Comunale. Ergo, queste somme non possono essere inserite all’interno del piano di riequilibrio. Stiamo quindi parlando di dati sballati che farà si che non si potrà affrontare, nel merito, questto atto”. L’esponente del gruppo “Oso” ha chiesto inoltre chiarimenti sulle parole del segretario generale, in merito alle previsioni dichiarate sulla capacità del Comune di Palermo di aumentare i dati della riscossione.

Chiesta audizione presidente Amat

Fra i nodi da sciogliere con urgenza vi è la vicenda relativa al cosiddetto contenzioso Amat. La risoluzione della diatriba fra l’azienda e il Comune di Palermo viene ritenuta fondamentale dal Collegio dei Revisori, ente che, insieme al ragioniere generale, ha dato parere negativo al piano di riequilibrio. Una questione sulla quale il consigliere comunale di Forza Italia Giulio Tantillo e il collega di Fratelli d’Italia Girolamo Russo hanno chiesto la presenza in aula del presidente Michele Cimino. “Bisogna avere coraggio di modificare quel contratto di servizio con Amat. Ciò in modo da liberare definitivamente l’azienda”, ha dichiarato l’esponente forzista. Una vicenda legata anche ai crediti vantati dal Comune di Palermo relativamente ai tributi TARI e TOSAP. Sulla questione, il presidente Salvatore Orlando ha dichiarato che inviterà l’esponente dell’azienda.

 

Articoli correlati