- Secondo Gimbe, in Sicilia peggiora indicatore positivi
- Sono 506 ogni 100 mila abitanti. Vaccinato il 6,5% popolazione
- Frenano i contagi ma aumentano i morti
- Ancora più di 200 gli ingressi giornalieri in terapia intensiva
La Sicilia viaggia spedita verso la zona rossa. In attesa del rapporto sul monitoraggio settimanale del ministero della Salute, la Fondazione Gimbe evidenzia il peggioramento della pandemia in Sicilia e il rallentamento della campagna di vaccinazione. Solo il 6,5% dei siciliani è stato già vaccinato contro il Covid.
I dati in peggioramento
In Sicilia nella settimana 7-13 aprile risulta in peggioramento l’indicatore relativo ai “casi attualmente positivi per 100 mila abitanti”: sono 506 i casi per 100 mila abitanti un + 9,3% rispetto alla settimana precedente. Lo dice il report della fondazione Gimbe. Sotto soglia di saturazione i posti letto in area medica e terapia intensiva occupati da pazienti Covid-19; la percentuale di popolazione che ha completato il ciclo vaccinale è pari al 6,5% (media Italia 6,8%); la percentuale di over 80 che ha completato il ciclo vaccinale è pari al 36,1% (media Italia 43,9%); la percentuale di popolazione 70-79 che ha completato il ciclo vaccinale è pari al 5,4% (media Italia 3%).
In Italia frenano i contagi ma restano alti i ricoveri
La fondazione segnala che frenano i contagi ma sono ancora più di 200 i pazienti che ogni giorno entrano in terapia intensiva. Nella settimana tra il 7 e 13 aprile, si è osservata infatti una riduzione del 15,4% dei nuovi casi, un aumento dei decessi del 7,5% rispetto a quella precedente, e un inizio di alleggerimento del carico per gli ospedali. In particolare il rapporto ha rilevato tra il 7e 13 aprile 106.326 nuovi casi contro i 125.695 della settimana precedente, un calo del 5,8% degli ingressi in terapia intensiva (-217) e dei ricoverati con sintomi (-8,1%), Sono invece aumentate le morti (3.083 vs 2.868).
Ma ci sono segnali di speranza
“I nuovi casi e la loro variazione percentuale continuano a scendere – commenta Nino Cartabellotta, presidente della Fondazione Gimbe – ma con un bacino di 520 mila casi attualmente positivi è impossibile riprendere il tracciamento dei contatti”. “Sul fronte ospedaliero – aggiunge Renata Gili, responsabile Ricerca sui Servizi Sanitari Gimbe – le curve dei ricoveri con sintomi e delle terapie intensive hanno iniziato una discesa lenta e irregolare. Ma i numeri assoluti restano elevati e in molte Regioni gli ospedali sono ancora in affanno”.
Soglia di allerta delle rianimazioni
Infatti, a livello nazionale l’occupazione dei posti letto in terapia intensiva (39%) e area medica (41%) e’ ancora superiore alle soglie di allerta (rispettivamente 30% e 40%). In particolare sono 7 le regioni ancora sopra la soglia di allerta per i posti letto di area medica e 13 per le terapie intensive. “Si conferma il calo dei nuovi ingressi giornalieri in terapia intensiva – conclude Marco Mosti, direttore operativo Gimbe – ma ogni giorno la media degli ingressi supera i 200”.
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