In silenzio, la mascherina sul volto, davanti ai locali con il messaggio affidato a un cartello per dire che loro ci sono ma che le loro attività rischiano di non esserci più.
Oltre 600 pubblici esercizi di Catania e provincia – coordinati dai ristoratori Giovanni Trimboli, Saro Menza, Gigi Vitale e Marcello Santocchini – hanno partecipato al flashmob lanciato dalla FIPE e che ha coinvolto gli operatori di tutta Italia. Una protesta silenziosa, carica di grande dignità per dire a tutti che sono pronti a ripartire, se solo il Governo li ascoltasse per rimettere in piedi insieme il sistema alla luce di nuove disposizioni che l’emergenza corona virus impone.
“Siamo pronti a collaborare – afferma Dario Pistorio, presidente regionale FIPE Confcommercio – a stravolgere le nostre imprese, a ridurre i guadagni, a fare sacrifici ma vogliamo ripartire. Le istituzioni però devono ascoltarci e venirci incontro per rimettere in moto insieme l’economia del Paese. Le nostre principali richieste sono: decontribuzione totale degli oneri sociali per i dipendenti per almeno 1 anno; congelamento per 1 anno di tutti gli adempimenti fiscali; maggiore flessibilità delle banche per l’erogazione dei finanziamenti (Decreto Cura Italia) anche alle imprese che si vedono segnalazioni di eventuali sofferenze al CRIF; defiscalizzare l’ICI e/o IMU ai locatori di botteghe e/o immobili commerciali al fine di alleviare il peso del canone di locazione per i locatari. Senza questi provvedimenti la ripartenza sarà impossibile. Il settore della ristorazione rischia altissimi tassi di mortalità, la dispersione di professionalità faticosamente costruite, nuove infiltrazioni malavitose”.
La Federazione, infine, chiede un’anticipazione della data per la ripartenza, certa che i severi Protocolli Sanitari messi a disposizione delle aziende, che hanno imposto pesanti adattamenti organizzativi ed operativi, diano le giuste garanzie in tema di sicurezza sanitaria.
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