La Sicilia potrà diventare un’area a fiscalità di sviluppo. Non solo le Zone economiche speciali ma molto di più di così e con attenzione all’intera isola
Arriva la norma in Consiglio dei Ministri
Ad annunciarlo a BlogSicilia è l’assessore regionale all’Economia e Vice Presidente della Regione Gaetano Armao “Ho avuto notizia che è pronto per l’analisi del Consiglio dei Ministri – ha detto Armao intervenendo a Talk Sicilia – il disegno di legge che consente alla Sicilia di introdurre la fiscalità di sviluppo. Si tratta di un sistema analogo a quello delle Zes, le Zone economiche speciali, ma esteso all’intera isola. Sarà un altro degli elementi che permetterà di compensare il divario insulare ma soprattutto sarà un forte attrattore di investimenti, di sviluppo e di crescita del Pil”
La norma da attuazione agli articoli 36 e 37 dello Statuto siciliano
“Daremo attuazione agli articoli 36 e 37 dello Statuto Siciliano, dopo oltre settant’anni. E’ una battaglia che abbiamo intrapreso all’inizio della legislatura e sarà coronata prima della fine di questa legislatura”. Al centro di tutto proprio la fiscalità di vantaggio per favorire lo sviluppo socio economico della regione”.
Che cosa prevede la norma
“Si tratta delle previsioni contenute nello Statuto autonomista in materia di fiscalità. Norme mai attuate e sempre oggetto di disputa tra Roma e Palazzo d’Orleans. “La notizia è giunta da Palazzo Chigi questa mattina”, afferma Armao che spiega come sia “pronto per l’esame del Consiglio dei ministri anche un articolo che modifica le nostre norme di attuazione in materia fiscale”. Secondo la ricostruzione fornita da Armao, la norma va in direzione della fiscalità di sviluppo. “La norma consente di operare sulle aliquote fiscali per favorire l’attrazione di investimenti in Sicilia per consentire di praticare sgravi fiscali nei confronti viene a operare in Sicilia, di chi crea posti di lavoro e quindi in favore di nuove imprese che possono creare nuova ricchezza”.
Approvazione nelle prossime settimane
“La norma dovrà essere approvata dal Consiglio dei ministri, cosa che dovrebbe accadere già nelle prossime settimane”, ricorda Armao che sottolinea come questo risultato non era un tema sul tavolo né nell’agenda politica.
Arriva anche parte delle accise
Ottimismo anche per la vicenda “accise”, altro nodo dolente rispetto all’attuazione delle prerogative dello Statuto autonomista siciliano. Per il vicepresidente della Regione siciliana e assessore all’Economia, si tratta di un grande passaggio dal valore istituzionale e politica: “stamattina ho parlato con il capo di gabinetto del ministro dell’Economia – racconta Armao – e abbiamo trovato sostanzialmente un’intesa. Il risultato è giunto dopo il lavoro eccellente che hanno fatto le strutture burocratiche del ministero e dell’assessorato all’Economia”. Per Armao, dunque, “alla Sicilia verrà riconosciuta la retrocessione di parte delle accise cioè la restituzione di, parte delle accise che provengono dalla raffinazione dei prodotti petroliferi. Queste somme verranno trasferite in Sicilia per coprire in parte il costo del servizio sanitario.
Una battaglia in corso dal 2006
Secondo il vicepresidente della Regione siciliana, si tratta di “una battaglia importantissima che la Regione aveva avviato nei confronti dello Stato sin dal 2006. Non si era mai ottenuto un minimo di riconoscimento”. Per Armao è importante “la circostanza che oggi, quanto meno a livello di apparato amministrativo, si sia arrivati alla consapevolezza di dovere alla Sicilia un riconoscimento finanziario significativo”. E’ una partita stimata in circa 5,6 miliardi di euro”. La notizia è stata data da Armao in anteprima al direttore di BlogSicilia, Manlio Viola, nel corso di una puntata di Talk Sicilia.
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