Dopo tre leggi impugnate di fila, soldi promessi e mai arrivati, due commissariamenti in sequenza, sembrava che fra il governo Renzi e il governo Crocetta fosse scoppiata la pace. Ma la serenità fra Roma e Palermo è durata appena un paio di mesi, giusto il tempo di far approvare una riforma delle province che piace al Ministro Delrio e rispecchia, in gran parte, la sua legge nazionale.
Il nuovo terreno di scontro è previsto e prevedibile e si chiama riforma dei rifiuti. probabilmente già la prossima settimana il consiglio dei Ministro avvierà le procedure di commissariamento della Regione siciliana per la mancata attuazione della riforma dei rifiuti e per l’impossibilità di avviare le Srr.
Il sistema in Sicilia rischia di implodere. I vecchi Ato rifiuti non esistono più per legge regionale ma le nuove Srr non esistono ancora. una riforma incompiuta che è riuscita nel doppio flop di mandare in soffitta la precedente senza sostituirlo con un nuovo sistema.
In questo momento di assoluta vacatio i comuni fanno quello che vogliono ma non sono autorizzati a farlo. Così c’è chi come bagheria ha avocato a se il servizio dandolo poi in affidamento ad una azienda privata con procedura d’urgenza ma è stato ‘denunciato’ dal commissario dell’Ato che sostiene l’illegittimità della procedura. Ma c’è anche chi, pur raccogliendo i rifiuti, non riesce a conferirli in discarica per effetto di discariche piene o troppo distanti o ancora di discariche private che impongono le loro condizioni.
Non mancano problemi neanche nelle grandi città come Palermo, ad esempio, che solo ora sta avviando gli impianti di trattamento meccanico biologico dei rifiuti nella discarica di Bellolampo che comunque viaggia velocemente verso il riempimento della vasca attualmente impiegata.
A breve la Sicilia si troverà nelle condizioni di non poter più smaltire i rifiuti e doverli forse spedire in altre regioni o addirittura all’estero per non lasciarli in strada. Il commissariamento, dunque, appare come una eventualità concreta e i bene informati parlano di una scelta già maturata da parte del governo Renzi.
Da decidere ci sarebbe, ancora, il nome del commissario e non si tratta di un dettaglio secondario. Il governo potrebbe decidere per un commissariamento soft come fatto per la depurazione delle acque nominando commissario lo stesso assessore al ramo ovvero il magistrato in aspettativa Vania Contrafatto che è anche nominata in giunta Crocetta in quota a Renzi, oppure decidere di inviare un Commissario vero da Roma come avvenne a cavallo fra la fine degli anni ’90 e l’inizio del 2000.
Non perde l’occasione per attaccare il capogruppo di Forza Italia Marco Falcone che da quando è iniziato l’anno pre elettorale ha intensificato i propri interventi “Renzi e Faraone non aspettavano migliore occasione per ridicolizzare ancora una volta il governo regionale siciliano – dice -. Faraone riprende la sua azione demolitrice nei confronti di Crocetta e del suo governo, dando al tempo stesso un’altra vacua ricetta di inutile riforma degli Ato rifiuti, come se la riduzione del numero degli ambiti fosse la soluzione alle criticità ambientali nelle quali la Sicilia è sprofondata. Un’unica cosa è certa, ossia la ripresa della campagna del Pd romano contro Crocetta, con tanto di regolamento di conti, mentre a pagare i risultati drammatici di un malgoverno che dura da troppo tempo sono sempre i cittadini siciliani”.
La mira sembra essere sempre la stessa già annunciata con l’ultima diffida alla Regione ovvero la realizzazione di un piano che preveda da 2 a 6 termovalorizzatori ma, nel frattempo, una gestione d’emergenza della quale non è dato sapere nulla di concreto.