Finanziaria quater, trattative in stallo e spunta l’ipotesi “manovra light”

L’Assemblea Regionale Siciliana è in fase di stallo a causa del mancato accordo sulla Finanziaria quater. Dopo una lunga trattativa, iniziata alle 11 e protrattasi oltre l’orario di cena, non si è giunti ad un’intesa. Nessuno dei trenta articoli della Finanziaria è stato esaminato dall’aula di Sala d’Ercole.

Tentativo di accordo fallito

Il governo ha cercato di raggiungere un’intesa con le opposizioni (PD, Movimento 5 Stelle e Sud chiama Nord) proponendo un maxi emendamento che includesse le loro principali richieste. Per favorire l’accordo, il presidente Schifani ha messo a disposizione 40 milioni di euro, nel tentativo di superare l’ostruzionismo degli ultimi due giorni. Tuttavia, l’accordo non è stato raggiunto.

Ipotesi “manovra light”

A fronte dell’impasse, l’esecutivo ha predisposto un “piano B”. L’ipotesi è quella di ritirare le parti più controverse della Finanziaria quater e procedere all’approvazione di una “manovra light”, rimandando a dicembre la discussione dei temi più complessi. L’approvazione di questa versione ridotta della Finanziaria potrebbe avvenire già oggi.

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Finanziaria e rischio guerra fra precari in Sicilia, Calabrò “Scongiurare disparità fra Asu ed ex Pip”

Intanto sale la tensione fra gli ex Pip, i precari della Pubblica amministrazione in Sicilia il cui percorso di stabilizzazione procede a rilento anche se è iniziato. Il percorso verso la contrattualizzazione degli appartenenti al bacino ex-pip  sembra ancora irto di ostacoli ma a far preoccupare i lavoratori in attesa sono le notizie che filtrano sugli stanziamenti per la finanziaria 2025. Fra le voci di spesa della Legge di stabilità, infatti, c’è anche quella dei fondi per la stabilizzazione a 30 ore di altri precari, gli Asu. E adesso gli ex Pip temono di restare impantanati e dimenticati

L’intervento di Mimma Calabrò

“Non possiamo che essere favorevoli ad interventi che portano verso la stabilizzazione alcuni dei tanti precari che esistono in questa terra – commenta Mimma Calabrò che per la Fisascat Cisl segue da anni la vertenza ex Pip – ma, al tempo stesso, è nostro compito ricordare alla politica che gli ex Pip aspettano ancora il completamento delle procedure di stabilizzazione in Sas (Società servizi ausiliari della Regione siciliana)”.

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Fra aprile ed oggi sono stati assunti soltanto 911 degli appartenenti a questo bacino di precariato, con contratti che vanno dalle 18 alle 20 ore settimanale a seconda della qualifica, quindi contratti part time. Una cifra che non completa neanche il primo step di passaggi alla Sas.

Il timore è che i Pip ancora in attesa (oltre quelli già transitati ma utilizzati solo per un massimo di 20 ore settimanali) possano sentirsi scavalcati leggendo che invece, per i loro colleghi Asu, sono stati previsti contratti da 30 ore e sempre transitando nella medesima società, la Sas.

“Pur comprendendo perfettamente le esigenze di tutela di tutti e plaudendo all’operato del governo della Regione, in uno spirito di assoluta collaborazione non possiamo che porci alcune domande” dice ancora Mimma Calabrò “fra queste ci chiediamo come possano transitare in Sas i precari Asu dei comuni se questo tipo di percorso è stato già bocciato per i Pip utilizzati dai Comuni. Una domanda che si pongono anche i lavoratori. Un percorso, quello indicato, che potrebbe comportare dei rischi sul fronte normativo che pensiamo vadano scongiurati per tutti”.

La stabilizzazione degli Asu con il medesimo percorso degli ex Pip riguarda, comunque, secondo le indiscrezioni, in un primo step, i precari dei beni Culturali.

“Pensiamo sia giusto scongiurare una guerra tra poveri – sottolinea Calabrò – che potrebbe ingenerarsi per effetto della disparità di ore lavorate con conseguente diversità di remunerazione. “Confidiamo nell’impulso che ora l’assessore Dagnino e il suo capo di gabinetto, il dottor Gianni Silvia,  stanno mettendo per proseguire con tempestività alla contrattualizzazione con scorrimento della graduatoria al fine di chiudere il percorso di tutti gli ex pip entro e non oltre il 31 dicembre 2024”, conclude la Calabrò.

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