Sale la tensione fra gli ex Pip, i precari della Pubblica amministrazione in Sicilia il cui percorso di stabilizzazione procede a rilento anche se è iniziato. Il percorso verso la contrattualizzazione degli appartenenti al bacino ex-pip sembra ancora irto di ostacoli ma a far preoccupare i lavoratori in attesa sono le notizie che filtrano sugli stanziamenti per la finanziaria 2025. Fra le voci di spesa della Legge di stabilità, infatti, c’è anche quella dei fondi per la stabilizzazione a 30 ore di altri precari, gli Asu. E adesso gli ex Pip temono di restare impantanati e dimenticati
“Non possiamo che essere favorevoli ad interventi che portano verso la stabilizzazione alcuni dei tanti precari che esistono in questa terra – commenta Mimma Calabrò che per la Fisascat Cisl segue da anni la vertenza ex Pip – ma, al tempo stesso, è nostro compito ricordare alla politica che gli ex Pip aspettano ancora il completamento delle procedure di stabilizzazione in Sas (Società servizi ausiliari della Regione siciliana)”.
Fra aprile ed oggi sono stati assunti soltanto 911 degli appartenenti a questo bacino di precariato, con contratti che vanno dalle 18 alle 20 ore settimanale a seconda della qualifica, quindi contratti part time. Una cifra che non completa neanche il primo step di passaggi alla Sas.
Il timore è che i Pip ancora in attesa (oltre quelli già transitati ma utilizzati solo per un massimo di 20 ore settimanali) possano sentirsi scavalcati leggendo che invece, per i loro colleghi Asu, sono stati previsti contratti da 30 ore e sempre transitando nella medesima società, la Sas.
“Pur comprendendo perfettamente le esigenze di tutela di tutti e plaudendo all’operato del governo della Regione, in uno spirito di assoluta collaborazione non possiamo che porci alcune domande” dice ancora Mimma Calabrò “fra queste ci chiediamo come possano transitare in Sas i precari Asu dei comuni se questo tipo di percorso è stato già bocciato per i Pip utilizzati dai Comuni. Una domanda che si pongono anche i lavoratori. Un percorso, quello indicato, che potrebbe comportare dei rischi sul fronte normativo che pensiamo vadano scongiurati per tutti”.
La stabilizzazione degli Asu con il medesimo percorso degli ex Pip riguarda, comunque, secondo le indiscrezioni, in un primo step, i precari dei beni Culturali.
“Pensiamo sia giusto scongiurare una guerra tra poveri – sottolinea Calabrò – che potrebbe ingenerarsi per effetto della disparità di ore lavorate con conseguente diversità di remunerazione”.
Appena qualche giorni fra proprio Mimma Calabrò aveva sollecitato un intervento del presidente della Regione, Renato Schifani, per chiarire la situazione e sbloccare le assunzioni sottolineando “l’urgenza di definire la questione e rispettare gli accordi precedentemente stipulati, che prevedono l’assunzione degli ex Pip da parte della SAS secondo la graduatoria”.
Il processo di stabilizzazione dei lavoratori ex Pip del bacino “Emergenza Palermo” si protrae da diversi anni. Ad aprile, 700 lavoratori sono stati assunti, mentre per altri 227 sono state completate le procedure di pre-assunzione. Un passo fondamentale è stato lo stanziamento di 22,5 milioni di euro da parte del governo regionale per il triennio 2024-2026, avvenuto lo scorso luglio, poi un’altra delibera che stanzia altri fondi. Dopo un’accelerazione estiva che ha consentito il completamento di alcune assunzioni, il processo sembra ora essersi arenato. “La Sas non deve tergiversare – dice Mimma Calabrò – ma agire sull’assunzione dei precari, altrimenti siamo pronti a scendere in piazza”.
Il 12 giugno scorso, la SAS ha ricevuto l’albo aggiornato dei lavoratori ex Pip da cui attingere per le assunzioni. Il 14 giugno, il Consiglio di Amministrazione della SAS ha approvato l’iter di assunzione e il relativo cronoprogramma. Nonostante ciò, il processo procede a rilento, spingendo il sindacato a chiedere una nuova accelerazione per garantire la stabilizzazione dei lavoratori.