Andamento lento all’Ars nell’analisi della legge di stabilità regionale. La seduta di ieri si è chiusa con due soli articoli approvati, un ritmo che conferma le difficoltà del governo a portare avanti il disegno di legge con una maggioranza sfibrata e guerre intestine all’interno di Forza Italia che esplodono ad ogni voto segreto.
A questo ritmo saranno necessari mesi per approvare tutti i quasi 160 articoli della finanziaria così come è stata gonfiata da modifiche ed emendamenti.
Di fronte all’ostruzionismo delle opposizioni e alle divisioni nella maggioranza, al governo non è rimasto altro che “trattare”, tant’è che i due articoli approvati (semplificazione amministrativa in materia di formazione e norme in materia di personale) sono passati con modifiche e riscritture chieste in aula.
In particolare l’articolo sul personale rientra tra i punti che il governo è tenuto a rispettare perché contenuti nell’accordo con lo Stato sulla spalmatura in dieci anni del disavanzo da 1,7 miliardi di euro. Anche sull’art. 4 (disposizioni in materia di contenimento e razionalizzazione della spesa anche questo rientrante nell’intesa con lo Stato, il governo ha dovuto recepire le modifiche chieste dall’aula, alla fine l’assessore all’Economia Gaetano Armao si è impegnato a riscrivere l’intera norma con un emendamento governativo che sarà votato la prossima settimana.
Come anticipato in via informale nei giorni scorsi, il presidente Gianfranco Miccichè, in chiusura, ha comunicato che da lunedì l’Assemblea si riunirà mattina e pomeriggio per tentare di accelerare i lavori. Intanto fine settimana libero per i deputati. L’esame riprenderà lunedì alle 11.
“Un pomeriggio per approvare appena due articoli, poi una miriade di interventi per evidenziare le enormi incongruenze di un testo scritto veramente coi piedi. Intanto la Sicilia aspetta anche quelle briciole disseminate qua e là tra le pieghe di questa ridicola finanziaria di cui Musumeci ed Armao dovrebbero solo vergognarsi” commenta il capoguppo del M5S all’Ars, Giovanni Di Caro.
“Questa finanziaria conferma, ove ce ne fosse stato bisogno, che il governo ha perso completamente la bussola – sostiene – ed è in rotta pure con la maggioranza che lo sostiene, visto che gran parte degli interventi arrivano dai partiti della coalizione che sostiene Musumeci”.
“Un testo peggiore – prosegue Di Caro – non poteva arrivare a palazzo dei Normanni, ed è stato persino peggiorato in commissione Bilancio, cosa che i nostri colleghi Di Paola e Sunseri hanno ripetutamente evidenziato. Le storture del testo sono decine, tra queste quella che tentava di ridurre i salari dei dipendenti delle partecipate, cosa del tutto incostituzionale e fuori da ogni logica”.
“A questo punto – conclude Di Caro – prevediamo la solita tagliola di una maxi riscrittura del testo, che cercherà di salvare gli stipendi di migliaia di dipendenti delle partecipate che questo mese rischiano di rimanere a bocca asciutta, ma che certamente non salverà la faccia di questo governo del nulla”.