La Finanziara monstre che non piace a nessuno non è attribuibile al governo Musumeci. Perchè l’esecutivo regionale “non ha mai avuto la maggioranza in aula all’Ars e il voto della Finanziaria è stato forzato per inserire duecento commi. Il governo aveva presentato una Finanziaria snella, composta da poco più di venti articoli”. E’ la tesi di Alessandro Aricò, capogruppo all’Ars di Diventerà Bellissima, il movimento politico fondato dal presidente della Regione Siciliana, Nello Musumeci. Insomma, il grande pastrocchio della Finanziaria non è farina del governo ma di quei pezzi della maggioranza che se ne sono andati per i fatti loro.
Ospite di Casa Minutella, Aricò ha difeso le ragioni del governo e di quel che resta della maggioranza che lo sostiene. “Ma di quale maggioranza si parla? – domanda sul filo della retorica il parlamentare -noi, fin dall’inizio della legislatura, abbiamo visto che il premio di maggioranza non supportava il presidente della Regione ad avere grandi numeri per governare l’aula. Abbiamo detto sin da subito che all’interno dell’Aula non c’era una maggioranza a supporto del governo regionale. Oggi si è venuta a creare una maggioranza alternativa in aula, a cui aderiscono alcuni gruppi parlamentari, quelli che sono di opposizione al governo che probabilmente in questo scorcio di fine legislatura sono diventati anche maggioranza d’aula. Sono loro che hanno deciso, ad esempio, di non inviare i documenti alle commissioni di competenza. Nell’ultima conferenza dei capigruppo, quando il presidente dell’Assemblea ha deciso di non inviare la Finanziaria alla commissione Bilancio e alla commissioni di merito, sono stato uno di quelli (a nome del gruppo che rappresento e insieme ad Attiva Sicilia, a Fratelli d’Italia e a coloro che sostengono Musumeci) che spingeva per l’invio del testo nelle commissioni di competenza. Era necessario per cercare di armonizzare la Finanziaria”.
Le cose sono andate diversamente. “Per quello che è successo in Aula, le opposizioni al governo, oggi maggioranza d’aula, si sono conformati alla richiesta del presidente dell’assemblea”. Il risultato è quello che abbiamo sotto gli occhi. “Ho cominciato in questi giorni a dare lettura ai commi della legge, ci sono argomenti che si sovrappongono. Si è deciso di trattare una finanziaria parallela che conta 200 articoli o forse di più, o chiamiamoli 200 commi, quando la Finanziaria presentata dal governo regionale contava di appena 22 commi che sarebbero serviti per sbloccare subito la spesa e innescare il meccanismo dei fondi extra regionali per 57 miliardi di euro, di cui venti soltanto nel 2022”.
All’Ars è stata messa in atto, secondo Aricò, una strategia ben precisa. “Si è deciso di rallentare, rallentare, rallentare, per poi velocizzare l’ultimo giorno con i tre maxi emendamenti”.