Palermo

Finanziaria alla prova dell’aula, il maxi emendamento raddoppia, tensione nelle opposizioni

Non uno ma due maxi emendamenti nei quali far confluire tutta la spesa aggiuntiva per investimenti. Una legge di stabilità che sarà, alla fine, composta da 20 o 22 articoli al massimo ma con tute le “scelte” concentrate in due articoli.

La finanziaria verso sala d’Ercole

Sembra prendere forma così la finanziaria 2025 della Regione siciliana. Completata la discussione in Commissione bilancio la “trattativa” politica si sposta nelle stanze private. Il governo ha scelto di presentare un maxi emendamento dove far confluire tutte le proposte di investimento mentre i deputati, invece, della lunga sequenza di emendamenti in aula, trattano per far inserire le proprie proposte proprio nel calderone governativo. Tanto che adesso il governo pensa di spezzare in due le proposte e far confluire tutte le idee sposate dal governo nel primo maxi emendamento e le altre nel maxi emendamento numero due.

Chi propone e chi tratta

Ma se molti emendamenti sono passati in Commissione, c’è una frangia dell’opposizione che, invece, porta le proprie proposte in silenzio e promette il voto favorevole in cambio di attenzione a questo a quel territorio. Insomma non c’è più la tabella H, non ci saranno più, probabilmente, neanche i contributi a pioggia e forse neanche le “quote deputato” (quell’accordo fra maggioranza e opposizione che assegnava a ogni deputato una piccola fetta degli investimenti da portare nei propri territori in cambio della pax politica in aula) degli ultimi due anni, ma la trattativa delle stanze e delle, stanzette continua.

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Cinquestelle sugli scudi

A lanciare la sfida agli alleati sono soprattutto i cinquestelle che non hanno alcuna intenzione di far passare sotto silenzio il “mercato” in corso. “Se coi sono proposte da fare, vanno fatte in maniera esplicita – dice a BlogSicilia il vice Presidente dell’Ars Nuccio di Paola – anche noi portiamo al governo le nostre idee visto che la finanziaria è comunque una proposta del governo. Ma dopo aver lanciato il sasso non ritiriamo la mano”.

A domanda diretta sul chi starebbe giocando a questo gioco Di Paola sorride in maniera aperta ma non è altrettanto chiaro nella risposta. Ma l’idea che serpeggia è abbastanza chiara, invece. E’ il Pd che rischia di implodere su questa finanziaria visto che ci sono deputati che stanno mietendo risultati ma senza ammettere che sono le loro proposte quelle che vanno in porto, salvo poi sussurrarlo all’orecchio del sindaco di turno o del portatore di interessi che viene soddisfatto. Nulla di illecito, è bene chiarirlo in questi tempi di sospetti, ma un problema politico può esserci. E secondo i partiti dell’opposizione il problema lo ha in casa il Pd.

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“Noi, comunque, abbiamo detto chiaramente che non avalleremo un ritorno alle quote deputato – conclude Di Paola – questa pratica deve sparire. Come opposizioni, in ogni caso, non ci metteremo di traverso per l’approvazione della manovra – conferma Di Paola – parlo dei 5 stelle ma penso che sarà così anche per il Pd e per quel che resta di Sud Chiama Nord”

“Bloccare la finanziaria non significa solo creare problemi al governo – gli fa eco il capogruppo Antonio De Luca – ma creare problemi alla Sicilia e ai siciliani. Noi vogliamo, invece, che si porti a casa il risultato e proponiamo le nostre modifiche, i nostri emendamenti, le nostre idee pe migliorare il testo”.

 

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