La Finanziaria regionale sbarca finalmente oggi in aula ma non c’è accordo per la sua trattazione celere e senza intoppi. Al contrario, nonostante la scrematura, sono circa 700 gli emendamenti che dovranno essere discussi e le opposizioni promettono battaglia. se non ostruzionismo, quantomeno discussione accesa punto per punto, elemento per elemento, emendamento per emendamento.
“La distanza tra governo e opposizioni è e rimane grande. Due ore di capigruppo all’Ars non sono bastate ad avvicinare di un millimetro le posizioni tra un esecutivo in totale confusione e animato solo da ansia da prestazione e le opposizioni. Il nostro obiettivo non è certo quello dell’esercizio provvisorio, come il governo vuol fare credere per coprire la propria incapacità, ma quello di migliorare un testo che non ha assolutamente né capo né coda. In aula saranno scintille”.
Lo affermano i capigruppo delle opposizioni all’Ars Antonio De Luca (M5S) Matteo Sciotto (Nord chiama Sud) e Michele Catanzaro (PD).
A dare una “scusa” per lo scontro è lo scippo dei fondi regionali da parte di Roma per assegnarli al ponte sullo stretto. per le minoranze questo impedisce di avere chiarezza sui reali fondi disponibili e dunque andrebbe prima affrontato questo tema.
“Faremo di tutto – dicono i capigruppo – e su questo abbiamo messo la pregiudiziale, perché Schifani chiarisca la posizione sui fondi extra regionali e soprattutto sulla vicenda del finanziamento del ponte sullo Stretto di Messina”
Anche se le opposizioni negano di voler fare ostruzionismo e voler mandare la Sicilia in esercizio provvisori con i conseguenti danni al Pil, l’eventualità di un rinvio a fine gennaio appare concreta “Abbiamo affrontato – concludono i tre deputati – anche il tema delle risorse finanziarie a disposizione di questa manovra, cercando di diradare le nebbie che avvolgono questa tematica. Una cosa è comunque certa: il voto finale all’Ars non potrà avvenire senza l’ok alla manovra di bilancio nazionale da cui queste risorse dipendono”