L’Ars ha approvato la finanziaria: 35 voti favorevoli e 24 contrari. Si tratta di un documento più che dimezzato e che viene approvato, di fatto, ‘liberato’ per evitare la paralisi ma che è frutto di scontri e veti incrociati. Di fatto la maggioranza all’Ars non c’è più. La manovra ha fatto saltare la pazienza del presidente dell’Assemblea e del Presidente della Regione
Per riuscire a uscire dall’impasse è stato deciso lo stop al resto delle norme residue, l’Ars ha dunque votato le tabelle e poi si è proceduto al voto finale della manovra finanziaria. Una decisione comunicata all’aula dal Presidente dell’Ars
“Quest’aula non risponde più al governo, parlo della maggioranza. Non siamo più in condizione di votare, è saltato il banco. Qualsiasi norma che metto al voto viene bocciata. Ne dobbiamo prendere atto e dovremo interrogarci sul perché siamo arrivati a questo punto: se dipende dalla classe dirigente, dagli errori fatti. Sono il primo che si deve interrogare” aveva detto Miccichè, rivolgendosi alla maggioranza in aula, durante l’esame della finanziaria con la maggioranza a pezzi dopo la bocciatura di una serie di norme.
Alle rimostranze di alcuni deputati di maggioranza, compresi alcuni di Forza Italia, che hanno insistito per votare alcune delle norme residue della manovra, Miccichè ha risposto: “Non mi posso permettere di fare bocciare tutto”. Sono dieci gli articoli, contenenti una serie di norme, che la Presidenza dell’Ars ha stralciato. Sul fronte delle opposizioni, Pd e M5s hanno assicurato il voto alle tabelle, per non fare crollare l’intera manovra.
“Vi supplico, non aprite dibattiti. Votiamo questa finanziaria, sta diventando uno strazio: altrimenti sospendo e rinvio a domani” aveva detto alla fine duro Miccichè implorando il Parlamento.
“Norme bocciate della finanziaria? Ci sono ascari nella maggioranza” aveva tuonato il governatore della Sicilia, Nello Musumeci, prendendo la parola nel prendere atto della decisione del presidente dell’Ars.
“È saltata la maggioranza, Musumeci alza bandiera bianca. Il governo regionale è al capolinea per ammissione del suo presidente, questa finanziaria è la Waterloo di Musumeci” dice il capogruppo Pd Giuseppe Lupo.
“La maggioranza non esiste più. All’incredibile somma di strafalcioni e menzogne sull’emergenza Covid si aggiunge adesso un dato politico incontestabile: la finanziaria è stata affondata dal voto contrario di molti parlamentari del centrodestra” dice, invece Claudio Fava – Ragioni morali e sostanziali dovrebbero indurre il presidente Musumeci a prenderne atto e trarne le conseguenze chiudendo la sua esperienza di governo adesso. Nell’interesse di tutti”.
Duro anche il Movimento 5 stelle “La disastrosa Finanziaria di oggi, falcidiata da voti contrari di parte della maggioranza, arrivata alla fine per il rotto della cuffia e nemmeno completa, è la plastica rappresentazione della fine del governo Musumeci, la pietra tombale su un esecutivo disastroso che non è riuscito a portar in porto nemmeno una riforma degna di questo nome. Se a ciò si aggiunge la pessima gestione dell’emergenza sanitaria, caratterizzata, per usare le parole degli inquirenti, da ‘atteggiamenti criminali’, non possiamo che chiedere a Musumeci di dimettersi. Sarebbe, forse, la prima cosa degna di nota del suo mandato”.