«Il rapporto Filiera Sporca presentato alla Camera dei Deputati evidenzia una situazione che da tempo abbiamo fatto presente. Il prezzo pagato ai produttori di arance è eccessivamente basso e occorre al più presto rinnovare l’accordo di filiera “prodotto trasformato”. Ci aspettiamo che l’Assessorato regionale all’Agricoltura si attivi immediatamente per dare corso agli impegni presi con tutte le parti interessate, prima dell’avvio della prossima campagna agrumicola. La parte industriale non ha ancora fatto presenti le sue proposte né tantomeno firmato il nuovo accordo. E’ sempre più urgente che ciò avvenga». E’ quanto afferma Federica Argentati, presidente del Distretto Agrumi di Sicilia alla luce di quanto emerso dal Rapporto Filiera Sporca.
«Sono già state concordate con l’assessorato regionale all’Agricoltura le azioni che attendono di essere avviate – aggiunge Argentati – per tutelare le produzioni e le giuste remunerazioni ai produttori e di conseguenza anche ai lavoratori: la realizzazione di un portale/database finalizzato a tracciare le quantità di prodotto avviate alla commercializzazione e alla trasformazione con relativa produzione in succhi di certa provenienza siciliana; l’intervento sui fascicoli aziendali al fine di favorire il monitoraggio dell’intera produzione, prevedendo l’inserimento obbligatorio da parte dei CAA delle specifiche varietà e stime di produzione; la necessità di integrare la direttiva UE 2012/12 del 19/04/2012 “denominazioni specifiche di taluni prodotti ed applicazione della Direttiva UE 852/2004 e dei Decreti attuativi regionali”; la predisposizione di una campagna di comunicazione a regia regionale almeno triennale sulle produzioni agrumicole siciliane in grado di affermare il valore organolettico, salutistico e di origine al consumo nazionale ed internazionale. Adesso – dice Argentati – l’agrumicoltura siciliana non può più attendere».
«In merito ai tristi dati sul lavoro nero nei campi – aggiunge Argentati – il Distretto ha avviato il Progetto “Social Farming, Agricoltura sociale per la filiera agrumicola siciliana”, in collaborazione con Alta Scuola Arces e il contributo non condizionato di The Coca Cola Foundation, anche per cercare di contrastare il fenomeno e formare professionalità specializzate che possano lavorare nella filiera. Al momento è in fase di svolgimento il corso di Tecniche di coltivazione di un agrumeto, uno dei quattro percorsi formativi previsti dal Progetto, rivolti a giovani, donne, migranti e soggetti svantaggiati sul mercato del lavoro. Anche un’adeguata formazione e un titolo spendibile sul mercato del lavoro servono a fronteggiare il lavoro nero».
Commenta con Facebook