- In onda domani su Rete 4 “Il figlio di Tarzan”
- E’ il docufilm prodotto per Tramp ltd da Salvo Ficarra e Valentino Picone
- Narra la storia di Giovanni Cupidi, statistico tetraplegico e della sua famiglia
- L’opera filmica accende un faro sui diritti, spesso negati, delle persone con disabilità
In occasione della Giornata Internazionale delle Persone con Disabilità venerdì 3 dicembre verrà trasmesso alle 19.25 su Rete 4 il docufilm “Il Figlio di Tarzan“.
Il film documentario sulla disabilità e fragilità
Prodotto per Tramp ltd da Salvo Ficarra e Valentino Picone, per la regia di Mariagrazia Moncada, “Il figlio di Tarzan” è un film documentario sulla disabilità.
La narrazione della vita del protagonista, Giovanni Cupidi, si intreccia con il racconto del suo nucleo familiare, esposto ad un presente faticoso e a un futuro pieno di incognite.
“Il figlio di Tarzan”
Il docufilm, che ha una durata di 45 minuti, è stato presentato a Palermo il 16 ottobre scorso, al Cinema De Seta dei Cantieri Culturali alla Zisa.
C’è una frase che accompagna il documentario, scritto da Giovanni Cupidi, Mariagrazia Moncada e Simona Cocozza e che è emblematica dello stesso: “Non devi vivere in una giungla per volare tra gli alberi”.
In occasione della presentazione del documentario, che ha ricevuto lunghi applausi, Ficarra e Picone hanno dichiarato: “I diritti delle persone speciali riguardano tutti”. Con questa nuova produzione, i due artisti siciliani, hanno ancora una volta, hanno dato prova concreta di interesse e sensibilità per le tematiche sociali.
I protagonisti
“Il figlio di Tarzan” è stato girato tra Palermo e Misilmeri, il paese nel quale vive Giovanni Cupidi, il protagonista principale. Giovanni Cupidi, 44 anni, è uno statistico tetraplegico e attivista dei diritti delle persone con disabilità ma non soltanto.
Cupidi, che aveva già raccontato la propria vicenda personale nel libro “Noi siamo Immortali. Due vite racchiuse in una sola esistenza”, pubblicato nel 2018, ha fatto quello che ha definito “un altro tentativo, con un altro linguaggio, per far capire che una persona con disabilità, anche se grave, potrebbe, se supportata dalle istituzioni e dalla società, vivere una esistenza caratterizzata dall’inclusione e dalla realizzazione dei propri scopi”.
Un documentario che ha dunque l’obiettivo di sensibilizzare ancora le istituzioni e la società civile ma anche di denunciare. L’applicazione delle leggi per le persone con disabilità, infatti, nel nostro Paese, lascia molto a desiderare e l’Italia, rispetto ad altre realtà neppure tanto geograficamente distanti, è ancora, da questo punto di vista, deficitaria sotto molti aspetti.
Giovanni Cupidi ha condotto innumerevoli battaglie. Basti pensare a quella per ottenere dal governo regionale “l’assegno di cura”, che lo vide, nel 2017, tra i fautori della dura presa di posizione delle persone con disabilità siciliane ribattezzata dalla stampa come “la rivolta delle carrozzine”.
Da allora di acqua sotto i ponti ne è passata tanta. Cupidi continua ad affrontare la propria difficile quotidianità supportato dalla sua famiglia, mamma Erina, la sorella Chiara, la zia Giustina.
Una famiglia nella quale le parole d’ordine sono amore e dedizione.
Più liane per muoversi nella giungla
Il figlio di Tarzan ha bisogno della liana per muoversi, l’augurio è che in tutte le città possano esserci più liane per i figli di Tarzan. Lo sa bene Cupidi, costretto a ricorrere all’aiuto degli altri anche per compiere il più elementare dei gesti della vita quotidiana.
Cupidi, che fa anche parte del Comitato Siamo Handicappati No Cretini, ha osservato: “Spesso si guarda solo il lato ‘eroico’ delle persone con disabilità ma bisogna invece riflettere sulla vita quotidiana. A causa delle insufficienti politiche a favore dei disabili, la nostra assistenza è affidata esclusivamente ai familiari che diventano caregiver a tempo pieno, senza avere mai un attimo di respiro. Il ‘dopo di noi’ non deve essere solo uno slogan, inoltre ci si dimentica troppo spesso che esiste anche il ‘durante noi’ e che genitori e fratelli di persone con disabilità hanno diritto a vivere la propria vita. Vorrei che questo documentario facesse riflettere e comprendere. Forse non ci pensiamo mai, ma quante sono le persone con disabilità che riescono ad assecondare i propri desideri, come ad esempio quello di lavorare e diventare risorsa per la società? Ebbene, ancora troppo poche”.
“Il figlio di Tarzan” documenta la Palermo-giungla dei disabili, dove Cupidi, nonostante le difficoltà legate al suo handicap e a una società non inclusiva, riesce a mantenere una vita attiva dedicandosi a progetti e battaglie, per sé stesso e per chi vive una situazione simile alla sua.
La scelta del titolo, invece, è legata a un ricordo d’infanzia di Cupidi, quando il padre gli raccontava fantomatiche storie sul figlio di Tarzan. Una metafora e una provocazione: se le città fossero giungle, grazie alle liane sarebbero assai più adatte alle sue esigenze…
L’impegno di Ficarra e Picone
Ficarra e Picone non sono nuovi a questo genere di iniziative. Attraverso la lente dell’umorismo – interpretando, scrivendo e producendo film, cortometraggi e docu – si sono interessati di disoccupazione, legalità, precariato, migrazione, mafia. L’intento della coppia è quello di essere di stimolo ed esempio per gli altri, di contribuire alla presa di coscienza dei cittadini, per non delegare tutto e solo alle istituzioni.
Montaggio del documentario a cura di Lidia Barro e Benedetta Raucci.
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