“Trent’anni dalle stragi, bilancio dell’antimafia” è il titolo dell’incontro che si è tenuto oggi pomeriggio a Cinisi al cinema Alba organizzato dall’associazione Casa Memoria Felicia e Peppino Impastato.
Hanno preso parte al dibattito Fiammetta Borsellino, figlia del giudice Paolo ucciso insieme alla scorta nella strage del 92 in via D’Amelio, Peppino Costanza, autista del giudice Falcone, Piero Grasso ex presidente del Senato, Umberto Santino, e il giornalista Francesco La Licata.
Nel corso dell’incontro è stato proiettato il cortometraggio “Il solito pranzo”, dedicato alla memoria di Rita Atria, Giovanni Falcone, Paolo Borsellino, Peppino Impastato, Don Peppe Diana, Antonino Scopellitti, con la presenza del regista Andrea Valentino e dell’autore Aldo Rapè.
“Il processo sulla trattativa è stato pompato mediaticamente di cui si scrivevano libri e si facevano interviste ad opera degli stessi autori prima ancora che finisse il primo grado e questo di sicuro non è frutto dell’insegnamento delle persone che ci hanno lasciato – ha detto Fiammetta Borsellino nel suo intervento – Nessuno ha mai conosciuto il Borsellino quarter perché non ne hanno parlato i giornalisti. I magistrati che non facevano parte di quelle procure, ma che erano a Palermo, non si sono mai messi di traverso e non hanno mai avvertito noi familiari di quello che stava succedendo.
Ricordiamoci che Scarantino, mentre diceva falsità a Caltanissetta, si era autoaccusato di un duplice omicidio a Palermo. Allora procuratore era Caselli, ma nessuno lo denuncio per calunnia. Quindi sicuramente la responsabilità è di quei magistrati, di quei poliziotti di cui oggi tre sono imputati al processo a Caltanissetta, ma sicuramente non siamo deficienti e sappiamo che i depistaggio non avvengono per un manipolo di poliziotti, ma c’è una catena”.
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