Era rimasto ferito accidentalmente da un collega con un colpo d’arma da fuoco durante un servizio di vigilanza all’ospedale Civico di Palermo. Un agente della polizia in servizio a Palermo lo scorso 21 gennaio del 2000 era rimasto ferito a una gamba e aveva chiesto il riconoscimento di vittima del dovere. Il ministero di Grazia e Giustizia glielo aveva negato questo diritto.
Il poliziotto difeso dall’avvocato Gabriele Licata ha presentato ricorso al giudice del lavoro per ottenere il riconoscimento e il risarcimento. Si tratta di un atto di natura assistenziale e dunque non può essere prescritto come è stato riconosciuto.
Il giudice del Lavoro del tribunale di Palermo ha condannato il ministero di Grazia e Giustizia e accolto il ricorso dell’agente di polizia.
“Il caso in esame – scrive il giudice – rientra tra i casi di vittima del dovere nel quale si collocano i fatti verificatisi “nella vigilanza ad infrastrutture civili e militari. Non pare possa dubitarsi che l’incidente, ferimento alla gamba destra da un colpo di pistola sparato accidentalmente da un collega, verificatosi durante l’ordinaria vigilanza espletata dal ricorrente il 21 gennaio 2000 nella sezione detentiva dell’ospedale Civico di Palermo sia sussumibile nella casistica legislativa testé richiamata. La domanda va quindi accolta dichiarando che l’agente ha diritto al riconoscimento dello status di “vittima del dovere”, con conseguente inserimento nella graduatoria prevista dalla legge e attribuzione di tutti i relativi benefici”.