Claudia Fava lascia la presidenza della commissione antimafia siciliana, per impegnarsi nelle primarie del centrosinistra per la scelta del candidato alla presidenza della Regione siciliana.
L’addio di Fava arriva dopo l’approvazione delle ultime due relazioni dell’antimafia: quella dell’Azienda trasporti siciliana, finita in una inchiesta della Procura di Palermo, e sugli incendi che hanno devastato la Sicilia l’anno scorso.
In 4 anni 300 sedute, 600 audizioni
Fava ha ricordato che la commissione, in quattro anni e mezzo, ha svolto 300 sedute, 600 audizioni, ha approvato due disegni di legge (codice etico e beni confiscati) ed effettuato 12 relazioni antimafia.
Fava “Soddisfatto lavoro commissione”
“Mi considero soddisfatto del lavoro della commissione – ha detto – Questo lavoro non si sarebbe potuto effettuare se non si fossero realizzate alcune condizioni, tra cui il clima di assoluta responsabilità di tutti i commissari su temi scottanti”.
“Lascio per questione di opportunità”
Claudio Fava ha spiegato che oggi, dopo l’approvazione delle ultime due relazioni d’indagine, lascerà la presidenza della Commissione regionale antimafia e non parteciperà più alle sue riunioni “per una questione di opportunità e di rispetto istituzionale, essendo io come è noto impegnato nelle primarie della coalizione progressista.”
Una scelta che Fava ha definito come “un passo di lato che arriva al termine del più bello e proficuo periodo della mia esperienza politica, con un lavoro straordinario fatto da tutta la Commissione e che è sintetizzato da alcuni numeri: 12 relazioni, approvate sempre all’unanimità, oltre 600 audizioni, oltre 250 mila pagine di atti acquisiti, due progetti di legge, quello sul codice etico e quello sui beni confiscati.” Fava ha anche sottolineato il valore politico del voto unanime su tutte le relazioni: “i temi su cui ci siamo cimentati non sono certo neutrali, rispetto alla politica, dai rifiuti alle partecipate, dalla sanità al cosiddetto sistema ‘Montante’, eppure questo voto unanime è motivo di grande gratificazione perché è la prova dello spirito collaborativo e dello spirito istituzionale che ha animato la Commissione in questi quattro anni”.
Commenta con Facebook