Lo scorso 16 novembre in prefettura a Palermo erano tutti felici. La Sicilia spaccata in due dal cedimento del viadotto Himera era stata ricollegata. La bretella era stata realizzata e il ministro Graziano Delrio, insieme con Gianni Vittorio Armani, capo dell’Anas, il commissario delegato per l’emergenza, Marco Guardabassi, il capo della protezione civile, Fabrizio Curcio, e il presidente della Regione Rosario Crocetta era felici di potere mettere fine all’odissea di automobilisti, imprese, studenti costretti a percorrere la Palermo Catania in oltre tre ore, se non di più.
Tutti felici e tutti contenti avevano comunicato le prossime scadenze quelle per la ricostruzione. “Il 2 dicembre – si leggeva nel comunicato dell’Anas – saranno avviate le procedure di autorizzazione ambientale del progetto di ripristino definitivo dell’autostrada.
Il nuovo tratto di viadotto Himera sarà in acciaio, con tre campate di grande luce per uno sviluppo complessivo di 270 metri. La campata centrale di luce 130 metri consentirà di scavalcare tutta la parte centrale del corpo di frana, mentre le due pile e le relative fondazioni, posizionate ai margini della frana, saranno dimensionate per resistere al complesso quadro geomorfologico esistente sui versanti.
Il progetto esecutivo sarà ultimato entro il giugno 2016 per il successivo appalto dei lavori, della durata di 18 mesi. Entro la primavera del 2018 il tratto autostradale sarà nuovamente disponibile a due corsie per senso di marcia, senza interruzioni. L’intervento è compreso nell’ambito del piano di riqualificazione da 842 milioni di euro dell’intera A19.
Nonostante i proclami sulla ricostruzione che sembrava un’emergenza è calato il silenzio. Un silenzio molto pericoloso visto che ad ora non sembra sia stato fatto nulla per cercare di fermare la frana che partita da Caltavuturo ha portato giù tanto materiale da spostare i piloni.
Il clima in questo bizzarro inverno ha dato una mano a chi si dovrebbe occupare di garantire i collegamenti viaria in Sicilia. Poche piogge e non gravi smottamenti. Nulla a che fare con lo scorso inverno che si era portato via ponti e strade come cartapesta. Adesso siamo in attesa di nuove notizie dal ministero per sapere se i tempi e i cronoprogrammi sbandierati lo scorso 16 novembre saranno rispettati.
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