“Davide Faraone ha le carte in regola per fare il governatore”. La battuta è stata buttata lì quasi per caso, anche se non sembrava preparata. Non lo sembrava ma probabilmente lo era. Prima di andare via dalla Sicilia Maria Elena Boschi la battuta se la lascia scappare e lancia ‘di fatto’ la corsa di Davide Faraone per Presidente della Regione nel 2017.
Ha le carte in regola ma non è l’unico. Questo il giglio magico di Renzi non lo dice ma lo si comprende dalle mille e una sfaccettature delle presenze alla due giorni siciliana della Boschi. C’era di tutto un po’. C’erano ex di destra ed ex di sinistra, c’erano pezzi ‘forti’ della Forza Italia del 61 a 0 ma anche di quella che una volta fu An. C’erano centristi, moderati e democristiani di sinistra ma anche tanti e tanti ex cuffariani.
Insomma il partito della nazione è qui. Lo è nella presenza e nei fatti anche se non nella reale composizione. Intorno al sì ci si può ritrovare senza l’etichetta Pd attaccata addosso anche per chi non ha scelto di fare il grande salto del fosso.
Così la battuta finale della Boschi che apre a Faraone candidato non sembra proprio essere buttata lì a caso. la scelta è chiara ed il messaggio trasversale inviato non al partito ma anche e soprattutto agli alleati.
Ma intorno al cerchio magico in composizione ha circolato tanto e tanto a lungo, a Catania perfino più che a palermo, un uomo per tutte le stagioni e le posizioni politiche, l’uomo che unisce più di dividere almeno al centro. parliamo di Roberto Lagalla, ex rettore del’Unipa, ex assessore regionale alla Salute del governo Cuffaro, più volte additato come candidato a tutto: da sindaco di Palermo a Presidente della regione, ma mai poi realmente candidato.
Un altro papabile certamente anche se lui questa strada la percorrerà solo se avrà un ampio margine di successo assicurato.
Cosa resta, dunque, della Boschi e della due giorni siciliana se non il lancio della candidatura fatto in un modo e in un contesto in cui si potrà sempre smentire, chiarire, allargare o restringere il concetto.
Un altro tassello, però, è messo. Un altro tassello che dice che siamo in campagna elettorale nonostante la distanza ‘siderale’ dalle urne