E’ già entrata nel vivo la campagna elettorale con strali, botta e risposta e chi più ne ha più ne metta.
Davide Faraone, il presidente dei senatori di Italia Viva, interviene con un video pubblicato sui social nel quale parla della candidatura di Annamaria Furlan, ma non solo.
Faraone coglie l’occasione, infatti, per fare una riflessione sul meccanismo elettorale e il concetto di rappresentanza. Faraone con il video intende inaugurare la rubrica di quelli che chiama “paracadutati in Sicilia”.
Mettersi al servizio
Il video inizia con uno stralcio di una conferenza stampa del Pd e della Furlan in cui la stessa dice: “Enrico Letta e Beppe Provenzano mi hanno chiesto di venire in Sicilia e me lo hanno chiesto insieme al vostro segretario regionale Barbagallo e ho risposto ‘sì’ con entusiasmo. L’ho fatto perché io credo che fare politica significhi fare quello che per tanti anni ho fatto nella mia vita, cioè mettersi al servizio”.
Faraone commenta le dichiarazioni della Furlan gesticolando. E poi parte all’attacco.
“Sapete cosa vuol dire mettersi al servizio per questa signora, che stimo e apprezzo? E’ la Furlan, ex sindacalista della Cisl. Vuol dire che in Sicilia noi eleggeremo 10 senatori della Repubblica. Uno lo diamo alla Liguria; Annamaria Furlan è capolista del Partito Democratico in Sicilia, posto sicuro di senatore, verrà eletta, ma è nata in Liguria nel 1958, esattamente a Genova”.
Da precisare che Annamaria Furlan, alle elezioni politiche del 25 settembre, è candidata per il Senato nella lista Partito Democratico-Italia Democratica e Progressista nel collegio plurinominale Sicilia 01 come capolista e nel collegio Lazio 02 in seconda posizione.
“Non ha mai messo piede in Sicilia, ruberà un seggio”
Prosegue Faraone: “Qui non ha mai messo piede in vita sua in tutti questi anni se non saltuariamente, magari da turista, per farsi le vacanze e farsi un bagno al mare, continuerà a non mettere piede in Sicilia perché tanto non dovrà verificare con voi la sua attività, sottoporsi a un confronto con voi elettori, che da ‘paracadutata’ la state conoscendo, e da persona che ripartirà da questa terra senza aver lasciato nulla la continuerete a conoscere. E magari tra 5 anni si candiderà in Calabria, in Puglia, perché tanto se l’impostazione è questa: ‘mi candido dove prendo il seggio, al di là di dove sono nata, dove sono cresciuta, dove ho fatto le scuole, dove ho i parenti, dove ho fatto la mia attività politica e sindacale’. Al di là di tutto questo uno viene qua, ruba un seggio che spetterebbe a un siciliano e se ne va”.
“Non sopporto questo modo di fare politica”
E ancora: “Io questo modo di fare politica non lo sopporto, – tuona Faraone – e non lo sopporto per il Pd, non lo sopporto per Forza Italia, non lo sopporto per nessun partito politico che ha deciso di far venire qui persone che non conoscono la Sicilia. Non conoscono lo Zen, non conoscono lo Stagnone di Marsala, non conoscono il petrolchimico di Gela, non conoscono i cantieri navali di Palermo, non conoscono un tubo della nostra terra.
Vengono qui, rubano i vostri voti, approfittano del fatto che non esiste la preferenza e ve li ritroverete in Senato che vi rappresenteranno senza che conoscano quali sono i vostri bisogni.
Senza che neanche voi potete confrontarvi con loro, perché loro non hanno bisogno di voi”.
“Immorale dare il voto a perfetti sconosciuti”
Il presidente dei senatori di Italia Viva spiega la sua posizione nell’ambito della competizione elettorale alla quale ci stiamo avvicinando a grandi passi: “Io ho deciso e scelto di candidarmi a Palermo perché lo reputo giusto nei vostri confronti. Perché voi mi conoscete, sapete i miei pregi e i miei limiti e siete in condizioni di giudicarmi, di darmi un voto o di non darmelo ma semplicemente perché avrete coscienza del voto perché conoscete la mia attività. I perfetti sconosciuti paracadutati, quelli che vengono che vengono dal nord a rubare i nostri seggi, i luoghi della nostra rappresentanza, non meritano il vostro voto. E’ immorale”.
“Votate coloro che rappresentano il sud e la nostra regione”
Faraone conclude con una considerazione e un appello: “E’ giusto chiedere il voto alle persone che ti conoscono, con cui sei cresciuto, con cui hai avuto un rapporto, una relazione, con cui puoi mantenere questa relazione perché sei costantemente rintracciabile, anche a casa, anche attraverso il campanello o attraverso il telefonino.
Io credo che i paracadutati non vadano votati, al di là della rappresentanza politica.
Chi è del nord rappresenta il nord, votate coloro che rappresentano il sud e la nostra regione”.
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