E’ stato arrestato con le accuse di truffa e falso Alessandro Rumore, appuntato dei carabinieri, delegato del sindacato Cocer in Sicilia, in servizio a Borgetto, in provincia di Palermo.
Rumore è stato messo dal gip Wilma Mazzara ai domiciliari. Secondo la Procura di Palermo che ha coordinato l’indagine, avrebbe gonfiato gli importi di alcuni rimborsi spese per trasferte a Roma, città in cui andava spesso proprio per il suo impegno sindacale e in alcuni casi attestato viaggi mai fatti. La truffa ammonterebbe a oltre 50 mila euro.
Rumore è accusato anche del reato di induzione indebita a dare o promettere utilità. Secondo gli inquirenti, allo scopo di diventare il responsabile occulto della sede locale della società di vigilanza privata “La Sicurezza”, che doveva aprire a Partinico, avrebbe spinto alcune guardie giurate in servizio alla Europol, società concorrente, a dimettersi.
I vigilanti sarebbero stati assunti, poi, grazie all’intercessione di Rumore a “La Sicurezza”. L’appuntato avrebbe fatto assumere anche la convivente come segretaria. Le false missioni e i rimborsi gonfiati contestati a Rumore in oltre 40 pagine di imputazione formulate dalla Procura sono una cinquantina.
L’indagine a carico dell’esponente del Cocer nasce dall’inchiesta aperta su una presunta rapina subita da alcune guardie giurate dell’Europol, le stesse che poi l’appuntato avrebbe fatto dimettere.
La denuncia presentata dai vigilanti non ha convinto gli inquirenti che hanno cominciato una serie di attività di intercettazioni e pedinamenti arrivando poi alla truffa messa a segno dal carabiniere che risponde per la sua qualità di truffa militare, reato più grave della truffa semplice.
Il gip, nel disporre i domiciliari per Rumore, parla della “disinvoltura dell’indagato nei rapporti interpersonali, degli stretti legami di amicizia e delle cointerressenze esplicite anche con soggetti indagati di gravi crimini, del tentativo di approffittarsi genericamente di una funzione e di un ruolo”.
Nei periodi presi in esame dagli investigatori, Rumore avrebbe intascato, tra false missioni e rimborsi gonfiati, circa mille euro in più a settimana.