La Guardia di Finanza di Napoli, sotto il coordinamento della Procura della Repubblica partenopea, ha eseguito ieri un’ordinanza di custodia cautelare, agli arresti domiciliari, nei confronti di 6 indagati, di cui 3 funzionari del Consiglio Nazionale delle Ricerche, un commercialista e 2 consulenti esterni coinvolti, a vario titolo, nell’esecuzione di false consulenze a danno del C.N.R.
I reati contestati sono peculato, falso ideologico e materiale, nonché emissione di fatture per operazioni inesistenti. Inoltre, è stato effettuato il sequestro preventivo per equivalente del profitto dei reati contestati per 2 milioni e 300 mila euro.
Tra gli arrestati, come si legge sull’edizione odierna del Giornale di Sicilia, c’è anche il palermitano Salvatore Mazzola, 66 anni, che ha ricoperto ruoli importanti all’interno del Cnr: fino al 2008 è stato responsabile della sede di Mazara del Vallo e poi è diventato direttore dell’intero istituto (che mette insieme Napoli e le sedi periferiche di Taranto, Messina, Oristano, Castellammare del Golfo, Mazara del Vallo e Torretta Granitola).
Mazzola si è occupato anche di ricerca: a Mazara del Vallo (dal 2010 è nata anche un’ulteriore sede all’interno dell’ex tonnara di Torretta Granitola) ha fondato il gruppo di bioacustica ed è stato responsabile scientifico del progetto «Stroam», svolto in cooperazione con ricercatori russi.
Insieme a Mazzola, nell’operazione di ieri, sono finiti ai domiciliari Massimiliano Di Bitetto, Ennio Marsella, Paolo D’Anselmi, Simone Morganti e Michele Cilli.
Le indagini, condotte dal Nucleo di polizia economico finanziaria, sono partite dalla denuncia presentata dalla Direzione generale del Cnr su segnalazione Laura Giuliano, una funzionaria dell’allora Istituto per l’ambiente Marino Costiero (Iamc) di Napoli, adesso Istituto delle scienze marine, in relazione ad alcune anomalie gestionali riguardanti spese fittizie per consulenze assegnate a società, in massima parte con sede legale e operativa a Roma e Milano.
L’attività investigativa ha consentito di accertare che gli indagati avrebbero organizzato false gare per simulare l’affidamento diretto di consulenze inesistenti a società compiacenti.
Sarebbero state utilizzate, a rotazione, oltre 20 società, intestate a prestanome e in molti casi prive di strutture organizzative e di personale, create al solo scopo di beneficiare dei contratti di consulenze fittizie, mai realizzate, affidate sia dall’Iamc di Napoli che da altre strutture del Cnr.
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