Anche i produttori di uva Italia stanno attraversando la grave crisi dovuta all’esplosione dei costi e alla influenza negativa che questa ha avuto nei confronti del potere di acquisto delle persone. “Il comparto era già fortemente penalizzato dalla posizione geografica della nostra regione, dalla carenza d’infrastrutture viarie e logistiche e dagli scarsi collegamenti navali”, denuncia in Fai Sicilia.
“Abbiamo sempre sostenuto nei tavoli istituzionali di ogni livello – dice il segretario di Fai Sicilia, Salvatore Bella – che bisogna intervenire per fare riconoscere le peculiarità della nostra regione che vive quasi esclusivamente di agricoltura e che soffre la distanza dai mercati di sbocco; abbiamo chiesto che il riconoscimento della Sicilia da parte dell’U.E. come zona remota si trasformasse in aiuti concreti alle imprese per il trasporto e la logistica, unica soluzione per competere nei mercati ortofrutticoli europei. Naturalmente è necessario che tutti i produttori agricoli facciano la loro parte e si organizzino in cooperative, consorzi”.
Così Fai Sicilia si dice “pronta a unirsi alla protesta dei produttori di uva Italia e agli altri produttori agricoli in quanto nostri principali committenti. Necessario e urgente che i politici siciliani si attivino per evitare una rivolta popolare”.
“Raddoppiati, triplicati, quadruplicati. I costi per produrre olio ormai sono impazziti e si prevede un’annata molto critica per i produttori olivicoli che si somma alla già stimata produzione inferiore di almeno il 30 per cento a causa della siccità”. È quanto sottolinea Coldiretti Sicilia. “Se l’anno scorso il costo per la spremitura in alcune zone era di 12 centesimi al chilo quest’anno sarà almeno 16 e dov’era 16 i produttori pagheranno 20 centesimi al chilo. Questo significa che insieme al vetro e in generale a tutto il packaging e ai trasporti una bottiglia di olio all’agricoltore costerà almeno 10 euro, ma di fatto non si sa ancora quale sia il livello del prezzo. L’olio extravergine siciliano – sottolinea ancora Coldiretti Sicilia – rappresenta una delle produzioni più importanti che si estende su circa 160.000 ettari con una frammentazione aziendale media di un ettaro e per questo bisogna agire immediatamente con interventi adeguati che supportino gli imprenditori”.
A fronte dei rincari secondo l’associazione degli agricoltori, “il rischio – conclude l’organizzazione agricola – è che i consumatori acquistino dei prodotti di scarsa qualità a pochi euro che minano la salute perché la qualità è la prima caratteristica che deve avere questo alimento alla base della dieta”.