- Tornano le Giornate Fai di Primavera
- In Sicilia slittano a motivo della zona arancione
- L’impegno del Fondo Ambiente Italiano nella nostra Isola
- Parla a BlogSicilia Giuseppe Taibi, presidente del Fai Sicilia
Riscoprire l’Italia in tutta la sua bellezza. Perché le meraviglie del nostro territorio, spesso, sono a pochi passi da noi ma non le conosciamo. Riscoprire per tutelare e valorizzare, per difendere dove necessario, per consegnare conoscenza alle nuove generazioni.
E’ con questo obiettivo che tornano le Giornate Fai di Primavera, l’importante appuntamento organizzato dal Fondo Ambiente Italiano, che dal 1975 è impegnato nella salvaguardia e promozione dei beni storici, artistici e naturalistici della Penisola.
Ville e parchi storici, residenze reali e giardini, castelli e monumenti che svelano spazi sorprendenti, aree archeologiche e musei insoliti; e ancora, orti botanici, percorsi naturalistici, itinerari in borghi che custodiscono antiche tradizioni.
Le Giornate Fai di Primavera si svolgono oggi e domani con oltre 600 luoghi di cultura aperti in 300 città, ma in Sicilia, così come in Sardegna e Valle d’Aosta, a motivo della zona arancione, slittano.
Del patrimonio culturale e paesaggistico del nostro Paese, abbiamo parlato con Giuseppe Taibi, energico presidente del Fai Sicilia, che traccia un bilancio su quanto fatto e su quanto c’è ancora da fare.
Quando saranno le Giornate Fai di Primavera in Sicilia?
“Abbiamo intenzione di aprire alle visite una quarantina di beni in tutta la Sicilia. Ci stiamo confrontando con il Fai nazionale. Per le Giornate in Sicilia abbiamo proposto le date orientative del 5 e 6 giugno, siamo in attesa di conferma. Il Fai Sicilia lavora in stretta sinergia con il Fai nazionale, il nostro è operato di squadra, lavoriamo insieme per l’Italia. L’obiettivo è coinvolgere, come ogni anno, le nuove generazioni, gli studenti delle terze classi dei licei che fanno da ‘ciceroni’ ai visitatori. Iniziamo proprio da loro, facendogli conoscere il nostro grande patrimonio storico e artistico con la speranza, che poi è certezza, che sapranno valorizzare il nostro territorio. Il Fai ha sempre coinvolto massicciamente il mondo della scuola”.
Come si svolgeranno le visite?
“La nostra intenzione principale è garantire le visite nella massima sicurezza di tutti, evitando assembramenti. La prenotazione sarà obbligatoria. I visitatori accederanno ai siti a gruppi di 10 o massimo 15 persone, nel pieno rispetto delle normative. I gruppi saranno accompagnati da ‘ciceroni’ e volontari, ai quali va il mio ringraziamento perché portano avanti un lavoro straordinario. Sarà un momento di festa per il mondo della cultura e della bellezza, nonostante le difficoltà attuali dovute al Covid19, vogliamo lanciare il cuore oltre l’ostacolo. Vogliamo far crescere questa terra, proponendo nuovi ed emozionanti itinerari, ai quali si affiancheranno i luoghi ‘classici’ del Fai, come il Giardino pantesco e il Giardino della Kolymbethra, entrambi di grande rilevanza”.
Il Fai promuove anche la campagna “I luoghi del cuore”. La Sicilia come si colloca?
“Abbiamo totalizzato oltre 300mila voti relativi ai luoghi del cuore siciliani da non dimenticare. Per partecipazione, dunque, dopo la Lombardia, dove il Fai è nato, si colloca la Sicilia. Tra i primi dieci luoghi del cuore Fai due sono a Modica. Ma c’è di più, sono ben 28 i luoghi in Sicilia sopra i 2mila voti: significa che potranno presentare un progetto di recupero e accedere ai co-finanziamenti. E’ ancora in corso la raccolta dei voti, è possibile presentare le domande sino a giugno”.
Grande è l’impegno dei volontari del Fai in tutta Italia
“E’ vero, il Fai è una grandissima comunità che ormai interessa tutte le realtà della Penisola. Anche in Sicilia ci sono delegazioni in tutte le province, e vari gruppi Fai che coinvolgono giovani fino ai 35 anni e volontari.
Stiamo cercando di portare avanti un’idea di collaborazione tra Stato, Regione e Comuni in un’ottica di rinnovata società civile.
Per tutelare i numerosi beni italiani e siciliani serve cooperazione. Lo Stato da solo non ce la fa, così come i privati, quindi solo unendo le forze possiamo raggiungere il nostro obiettivo.
Le Giornate del Fai sono anche giornate di raccolta fondi, perché il Fai vive di fondi privati. Invitiamo tutti a iscriversi al Fai, magari facendo un piccolo sacrificio economico, rinunciando a qualcosa di non indispensabile.
Al centro della nostra attenzione c’è l’ambiente declinato nei suoi aspetti di storia e natura: basti pensare alla Valle dei Templi di Agrigento. Noi vogliamo ricreare quell’equilibrio tra uomo e natura troppo spesso compromesso.
Per molto tempo ci siamo dimenticati dell’incommensurabile valore di quanto ci circonda”.
Si parla tanto di ripartenza del turismo, le speranze si concentrano sulla prossima stagione. Occorre una strategia per uscire dalla crisi. Quale potrebbe essere a suo avviso?
“Bisogna ripartire dalla cultura e dalla storia, anche per questo il Fai aprirà siti poco conosciuti per valorizzarli. Come volontari vogliamo dare un contributo fattivo alla ripartenza, ed in Sicilia c’è ancora tanto da fare. Abbiamo un patrimonio culturale e storico vastissimo, e guardiamo ai giovani. Devono conoscerlo, amarlo e poi promuoverlo. Io sono ottimista. A mio avviso per le prossime vacanze tanta gente sceglierà la Sicilia come meta. Lo conferma il fatto che i voti relativi ai luoghi del cuore arrivano anche da fuori la Sicilia.
C’è una domanda di arte, cultura e natura che va soddisfatta, e il nostro impegno in questo senso è massimo”.
Come presidente del Fai Sicilia, quale è un suo desiderio, un suo sogno per il futuro?
“Io voglio contribuire a creare una società civile più forte, in maniera tale da essere tutti pronti a difendere il territorio, lavorando insieme alle istituzioni. La crisi climatica e la pandemia hanno cambiato tutto.
C’è un mondo nuovo da scoprire, e che ha bisogno di idee, soprattutto quelle dei giovani. Dobbiamo tornare a credere nelle idee, secondo il monito di Leonardo Sciascia. Io credo nei giovani che si sono formati altrove e desiderano tornare in Sicilia. La Sicilia deve ripartire puntando sui suoi giovani, su chi è ormai cittadino del mondo, su chi conosce e ‘parla’ nuovi linguaggi, su chi vuole mettere a frutto la sua esperienza in una terra come la nostra bellissima ma difficile. Il Fai vuole lanciare loro un messaggio di speranza: noi siamo qui e vi aspettiamo, ripartiamo insieme”.
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