L’emendamento con cui l’Ars ha, per l’ennesima volta, rinviato le elezioni degli organi delle Ex Province, approvato all’interno della discussione su una legge che non aveva nulla a che vedere con gli enti locali, «norme per lo sviluppo del turismo nautico. Disciplina dei Marina Resort, la dice lunga sulla capacità dei politici nostrani di interpretare le esigenze ed i bisogni dei territori”.
E’ quanto afferma il segretario regionale del Csa Giuseppe Badagliacca.
Il Csa, nel respingere con fermezza l’affermazione di qualche deputato sull’inutilità di questi enti, è del parere che proprio la mancata partecipazione al governo degli stessi da parte dei rappresentanti dei territori, oltre all’insufficienza di risorse, ne sta fortemente compromettendo l’azione.
Ma non è certamente riversando sulle ex province quelle che appaiono vere e proprie beghe politiche che si risolvono i problemi: abbiamo sempre ritenuto che solo il ritorno all’elezione diretta di Sindaci Metropolitani, Presidenti e Amministratori possa avviare il rilancio degli enti di area vasta siciliani ed italiani (e che in questi casi è dovere del sindacato assumersi la responsabilità di effettuare scelte a prima vista politiche), ma , nelle more, un primo passo verso la normalizzazione poteva essere effettuato con le elezioni di giugno.
“Si è invece deciso di condannare ad un altro anno di Commissariamento Liberi Consorzi e Città Metropolitane, peraltro dopo aver proprio per queste elezioni anticipato le amministrative impedendo il turno unico con le europee con sensibile dispendio di risorse economiche – dice Giuseppe Badagliacca segretario regionale del Csa – mentre si continua a navigare a vista sull’attuazione degli accordi con il Governo Nazionale per evitare il dissesto di tutti e nove gli enti.
Un altro motivo, e non ne sentivamo proprio il bisogno, per allontanare sempre più i cittadini dalla politica”.
“Il governo regionale convochi al più presto le organizzazioni sindacali per affrontare con urgenza la vertenza delle ex Province. Un incontro che era stato richiesto già all’indomani dell’accordo Stato-Regione per le risorse finanziarie extra e che si è reso ancor più necessario oggi alla luce del caos politico che si è determinato all’Assemblea regionale siciliana dopo il voto che ha fatto saltare le elezioni indirette del 30 giugno”. E’ la richiesta di Michele Pagliaro e Gaetano Agliozzo, per Cgil e Fp Cgil Sicilia; Sebastiano Cappuccio e Paolo Montera, per Cisl e Cisl Fp Sicilia; Claudio Barone ed Enzo Tango, per Uil e Uil Fpl Sicilia.
“Le nuove incertezze della maggioranza all’Ars e le vicende relative a un possibile rimpasto non possono ricadere su questi enti già martoriati da scelte politiche scriteriate del passato”, aggiungono i sindacalisti.
“La drammaticità della condizione in cui versano le ex Province – scrivono le sigle sindacali nella richiesta di incontro inviata al presidente della Regione Nello Musumeci e agli assessori Gaetano Armao e Bernardette Grasso – richiede una forte presa di posizione per dare attuazione agli impegni assunti e consentire che gli enti intermedi riescano a realizzare la mission per cui sono stati ‘riformati’, così da potere dare risposte alla cittadinanza in termini di servizi e riconoscere, al contempo, l’importante ruolo dei lavoratori dipendenti”.
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