Tornano a protestare a Palermo gli ex Pip, un bacino di quasi 2500 persone. Che adesso, più che mai, chiedono certezze circa il loro futuro lavorativo. Ad ottobre, dopo anni di battaglie, rinnovi, e leggi regionali impugnate davanti la Corte Costituzionale, è passata indenne dal controllo del Consiglio dei ministri l’ultima manovra del governo Musumeci.
La norma per la stabilizzazione dei Pip
Fra gli articoli che il Consiglio dei ministri ha scelto di non impugnare c’è anche il percorso di legge per la stabilizzazione dell’ultimo gruppo di precari storici della Pubblica amministrazione: gli ex Pip. Per loro arriva una legge, un percorso certo e anche le risorse per il passaggio ad un lavoro stabile. Erano stati almeno tre i tentativi precedenti di varare una norma sempre ‘cassata’ dal governo nazionale. Adesso la legge permette di trasferire i precari storici di Palermo, ma non soltanto, nelle partecipate della Regione così come già stabilito per altre categorie di precari. Ma non tutto sta filando liscio come i Pip si aspettavano, tanto che oggi si sono riuniti in via Praga, davanti al dipartimento Lavoro della Regione siciliana dove ha avuto luogo un tavolo.
“Sempre con il fiato sospeso”
A spiegare i motivi di apprensione dei lavoratori è Mimma Calabrò della Cisl: “Pensavamo di aver sotterrato l’ascia di guerra ma ad oggi purtroppo posso dire che la vertenza dei Pip ci tiene sempre con il fiato sospeso.
La norma ci ha dato ragione e ormai parliamo della ricollocazione dei lavoratori.
Manca purtroppo ancora la parte burocratico-organizzativa per definire il tutto. Io ritengo che non si possa perdere tempo. Nessuno, né le istituzioni né la politica, può pensare che debbano passare altri 22 anni, perché non ci sono questi tempi. Entro il 31 dicembre la partita va chiusa”.
I problemi dei lavoratori
Prosegue Calabrò: “A tutt’oggi si lamentano una serie di problematiche e criticità. Quello che dovrebbe essere teoricamente naturale, come il pagamento del sussidio in maniera regolare, così come il pagamento degli assegni del coniuge, per i Pip è sempre una cosa impossibile che va conquistata giorno dopo giorno, facendo battaglie.
Oggi c’è un tavolo molto delicato: a questo tavolo chiederemo di mettere un punto a questa deriva.
Nel contempo chiederemo e pretenderemo di avere rassicurazioni sul fatto che al 31 dicembre tutta la parte organizzativa venga definita, perché non voglio minimamente pensare che l’1 gennaio, quando già il personale dovrebbe essere ricollocato, si debba ancora parlare di tavoli e tavolini”.
Infine un’amara osservazione-battuta: “Nessuno di noi fa il falegname. Siamo persone che andiamo a un tavolo per contrattare, per definire percorsi per i lavoratori e mi auguro che quello di oggi possa essere un tavolo definitivo”.
“Situazione ridicola”
A fare da eco a Calabrò, Mimmo Russo, responsabile sindacale dei lavoratori ex Pip per la Cisal.
“Ritorniamo in piazza dopo tanto tempo – dice -. Si pensava che fosse iniziata la fase di ricollocazione dei lavoratori, e che avevamo finito di discutere dei ritardi dei pagamenti. Così non è stato.
Ci troviamo ancora a lamentarci, ed è ridicolo che in una fase di trattative il sussidio non venga pagato.
Siamo stanchi, non possiamo andare avanti così. La disattenzione dell’amministrazione regionale deve finire, dobbiamo concludere il piano di ricollocazione dei lavoratori nel più breve tempo possibile”. Da anni ormai gli ex Pip protestano con manifestazioni e sit in per chiedere la definitiva stabilizzazione.
(foto di repertorio)
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