Il Tribunale di Palermo ha ritenuto illegittimo il provvedimento del 2013 con cui il governo guidato da Rosario Crocetta ha di fatto ‘cacciato’ dal bacino emergenza Palermo gli ex Pip condannati per reati gravi e reintegrato un lavoratore che aveva presentato ricorso.
Il provvedimento, firmato dall’allora dirigente generale del dipartimento regionale Lavoro, Anna Rosa Corsello, e presentato in svariate conferenze stampa dal presidente della Regione Siciliana, imponeva “imprescindibili requisiti di moralità e buona condotta in capo ai soggetti utilizzati, espressamente previsti dal Contratto collettivo nazionale del lavoro applicato per l’ente utilizzatore”.
La campagna ‘anti ex Pip’ è stata per diversi mesi un cavallo di battaglia del governatore, dopo che questi lavoratori, si erano resi protagonista di diverse manifestazioni di protesta a Palermo, alcune contraddistinte da un clima di alta tensione.
Con questo decreto, in buona sostanza, erano state dichiarate decadute dal bacino lavorativo 86 persone. Nel provvedimento notificato al ricorrente, assistito nella causa dall’avvocato Christian Conti, si legge che“dalla documentazione in atti risulta che nel periodo in cui risultava avviato nel progetto emergenza Palermo avente la precisa finalità di recupero sociale di soggetti in condizione di disagio ha reiterato comportamenti illeciti di particolare gravità e che tale condotta denota il mancato raggiungimento dell’obiettivo per il quale era stato inserito nel suddetto programma”.
Ma dopo tre anni dalla presentazione del ricorso, il giudizio ordinario il Tribunale di Palermo ha ritenuto illegittimo il provvedimento e, quindi, la cancellazione del lavoratore dagli elenchi dato che “dal certificato generale del Casellario Giudiziario del ricorrente si evince chiaramente che costui ha ricevuto condanna penale per fatti, sia pure gravi, commessi prima della sua ammissione al Bacino Emergenza Palermo….. con la conseguenza che, alla luce della normativa sopra citata ed essendo in possesso di tutti gli altri requisiti previsti dalla normativa regionale citata egli deve essere riammesso nell’elenco con effetto sin dalla data della sua cancellazione”.
La sentenza del Tribunale di Palermo rischia, di conseguenza, di costituire un precedente giuridico importante per consentire il reintegro delle altre 85 persone escluse dal bacino, dato che tutti hanno annunciato analogo ricorso.
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