La vicepresidente del Consiglio infomerà la Corte dei Conti

Ex Gesip, Spallitta: “Consulenze esterne per 400 mila euro l’anno”

Un contratto di servizio da 29 milioni di euro, una dotazione di 1.690 dipendenti e affida ogni anno consulenze esterne per circa 400 mila euro. Sono questi i numeri della Reset, la società partecipata del Comune di Palermo che sostanzialmente è subentrata alla Gesip nei servizi di pulizia degli immobili comunali e non solo.

“L’imperativo dovrebbe essere contenere e ottimizzare le spese per offrire servizi efficienti alla città”. Lo dice la vicepresidente vicaria del Consiglio comunale di Palermo ed esponente del Pd al termine dell’incontro della Terza commissione di Sala delle Lapidi, du ci fa parte, con il presidente della Reset.

Dall’analisi di alcuni documenti contabili, che tuttavia non sono stati trasmessi dall’Amministrazione in modo tale da garantire al Consiglio lo svolgimento del controllo analogo, emergono alcune criticità che sostanzialmente caratterizzano un po’ la gestione delle partecipate comunali.

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La Spallitta punta il dito, in particolare, contro l’affidamento ogni anno di consulenze esterne per circa 400 mila euro, “a mio avviso in contrasto con i divieti sanciti dal Consiglio in materia e con i parametri cui gli enti e le società partecipate devono sottostare. Le consulenze, tra l’altro, sono affidate senza gare di evidenza pubblica e in assenza dell’obbligatorio regolamento. Motivi per i quali mi riservo di acquisire la relativa documentazione da trasmettere alla Corte dei conti che, tra l’altro, in una nota dell’ottobre 2015 ha censurato i rendiconti per gli anni 2012, 2013 e 2014 del Comune proprio in relazione ai bilanci delle partecipate”.

Anche la Reset procede con il nolo dei mezzi e l’esternalizzazione dei servizi informatici (pur avendo tra le consociate la Sispi), oltre ad appaltare la gestione delle buste paga e avvalersi perlopiù di ditte esterne per le manutenzioni e le riparazioni. Per cui ancora una volta, a mio avviso, sarebbe opportuna una politica di maggiore contenimento dei costi, anche a vantaggio degli stessi lavoratori che al momento svolgono 29 ore settimanali (prestazione inferiore rispetto agli standard minimi di 32 ore)

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“Se è vero l’impegno di questa società – continua la vicepresidente vicaria del Consiglio comunale di Palermo – rivolto a garantire i servizi di pulizia dei beni e nonostante il numero di dipendenti, ci sono parti della città, soprattutto nelle zone periferiche, che mantengono la loro condizione di degrado e necessiterebbero di interventi più efficienti. Sarebbero auspicabili in tal senso una maggiore sinergia e azioni coordinate con le altre partecipate e con la stessa Amministrazione”.

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