Evasione fiscale su auto di lusso. L’operazione nasce da un sequestro per contrabbando doganale, effettuato a Pordenone, di una “Rolls Royce Phantom II” intestata a una società con sede in Svizzera; i successivi approfondimenti investigativi hanno individuato una struttura organizzata che operava (per il tramite di società con sedi legali fittizie a Roma e Palermo) nella promozione e vendita in Italia di auto di alta gamma, attraverso noti siti internet specializzati.

Le indagini, durate quasi due anni e condotte anche tramite intercettazioni telefoniche, hanno scoperto ricavi non contabilizzati fiscalmente per oltre 30 milioni di euro, di cui 5,4 milioni di Iva. Per 635 auto immatricolate fraudolentemente (negli uffici del Dipartimento Trasporti Terrestri di Palermo, Roma, Latina e Treviso) è stato disposto, dalla Procura di Udine, il sequestro penale delle carte di circolazione per reati di falsità materiale e ideologica commessa “per induzione” dai Pubblici Ufficiali preposti che avevano erroneamente provveduto al loro rilascio in assenza dei requisiti di legge, sulla scorta della documentazione falsificata esibitagli.

L’inchiesta ha accertato ulteriori attività criminose celate nelle operazioni di vendita: gli autoveicoli commercializzati risultavano sistematicamente subire una riduzione del chilometraggio (dal 50% al 70% di quello reale) agendo sul software e sulle centraline elettroniche dei mezzi; le manomissioni – il cosiddetto “schilometraggio”, il cui episodio specifico era stato denunciato in una recente inchiesta del programma Tv “Striscia la notizia” – avvenivano in due autofficine, ubicate a Padova e nella provincia di Treviso, al servizio dell’associazione criminale.

(foto di repertorio)

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