I carabinieri lo stavano inseguendo dopo averlo sorpreso su un’auto rubata e bloccato i suoi amici. A quel punto un giovane 19enne ha deciso di scappare anziché arrendersi e tornare ai domiciliari con altre accuse di evasione e ricettazione.
Il giovane si è tuffato nel mare della Bandita
E lo ha fatto in modo rocambolesco tuffandosi nel mare della Bandita. Tuttavia la fuga è durata il tempo di una breve nuotata. I carabinieri del nucleo Radiomobile lo hanno arrestato assieme ad un quarantenne ed una 25enne denunciati successivamente per ricettazione. Il fatto è accaduto a Palermo nella giornata di ieri.
La segnalazione dalla sala operativa del 112
Dalla sala operativa del 112 è arrivata la segnalazione di un furto denunciato da un uomo che aveva visto qualcuno salire a bordo della sua Bmw Z3 e scappare. A quel punto, i militari dell’Arma hanno avviato le ricerche rintracciando poco dopo l’auto dalle parti di via Messina Marine, in zona Bandita.
I fatti
L’auto è stata bloccata e due persone sono state fermate mentre si trovavano ancora a bordo. Il terzo, invece, ha tentato una fuga disperata sfidando le fredde acque di marzo della costa sud ma dopo poche bracciate ha deciso di tornare sulla terraferma e consegnarsi.
Il 19enne era stato arrestato due giorni prima ed era ai domiciliari a Carini
I tre sono stati condotti in caserma in attesa di ulteriori disposizioni da parte della Procura e dell’udienza di convalida davanti al gip prevista per oggi.
Dopo i primi accertamenti è emerso che il nuotatore di 19 anni era lo stesso che due giorni prima era stato arrestato e posto ai domiciliari, a Carini, per un furto d’auto avvenuto in via Giuseppe Alessi. Lui e una ragazza di 27 anni erano stati rintracciati in corso Tukory grazie al segnale satellitare del veicolo e arrestati dai militari della stazione Centro.
Episodio simile nel maggio del 2020
Un episodio simile si era verificato a maggio del 2020. Un 32enne, protagonista di un incidente avvenuto dalle parti di via Plauto, era scappato raggiungendo la zona di Sferracavallo per poi scegliere di tuffarsi in mare e tentare la fuga bracciata dopo bracciata.
La guardia costiera operò il fermo ripescando il giovane e riportandolo sull’arenile per affidarlo alle forze dell’ordine.
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