Volge al termine una campagna elettorale per le europee che in Sicilia ha mostrato spaccature, polemiche e sotterfugi come non si vedeva da tempo. Una campagna vissuta come contrapposizione interna a talune forze politiche piuttosto che come confronto fra partiti e programmi. E’, fra l’altro, il caso di Forza Italia dove non sono mancati i distinguo.
E in chiusura di campagna parla per la prima volta di queste dinamiche Saverio Romano, il candidato centrista in Forza Italia additato come ospite nelle ultime settimane e che aveva evitato la polemica diretta fino ad oggi “In merito alle dinamiche siciliane, bisogna separare le vicende relative alle intenzioni politiche da quelli che non sono mancati d sono invece i fatti che si sono realizzati alle scorse amministrative. Non è vero che alle amministrative Forza Italia in Sicilia abbia fatto accordi con il Pd, perché è pur vero che ha fatto accordi con la Lega. A Bagheria Forza Italia e Lega erano insieme” ha detto Romano nel pomeriggio nel corso di un forum all’Agenzia di stampa Italpress.
“I fatti locali – ha sottolineato – non mi stupiscono, seppure riguardanti alcune città importanti. Ciò che mi stupisce e’ che rispetto ad un modello, che per quanto ci riguarda e’ il modello a cui vogliamo aderire di un centro ampio, moderato che raccolga l’esperienza dei Popolari cosi’ come quella dei Liberali, un po’ ciò che sta racchiudendo questa lista di Forza Italia, mi pare di capire che il Coordinatore regionale abbia cambiato idea. E invece guardi ad un modello di accordo con il Pd, che di fatto denuncia un limite. Il limite e’ di non dare corpo ad una proposta larga, recuperando questo venticinquennio di Berlusconi rilanciandolo in chiave moderna”. “Accordarsi con pezzetti, tra l’altro in fuoriuscita, del Pd non aiuta l’evoluzione di questo processo – ha aggiunto -. Io sono convinto che i progetti politici seri guardano, soprattutto, agli elettori e non a pezzi di classe dirigente che in transumanza si muovono per cercare collocazione”.
“Ad ottobre si era detto questo in un incontro, al quale avevano partecipato sia Miccichè che Musumeci. Dopodiché, per quello che abbiamo visto negli ultimi mesi, il coordinatore regionale ha preferito fare a meno di una parte di Forza Italia da un lato, che era l’area Catanese, e nello stesso tempo è sceso nella contesa elettorale chiudendosi in una prospettiva che assomma, ribadisco, pezzi in fuoriuscita del Pd, in soccorso alla sua iniziativa politica che è legittima ma, a mio avviso, è contraddittoria rispetto al percorso fatto e che in prospettiva io non condivido. Infatti, mi pongo in una posizione alternativa”.
Alla domanda sull’ipotesi di un rischio scissione in Forza Italia, ha commentato: “Noi centristi abbiamo partecipato a questa competizione elettorale nello spirito di riaggregare le forze moderate, popolari e liberali. Poi, c’è chi invece lavora in una direzione contraria. Di questo mi dolgo, spero rinsaviscano perché dobbiamo cercare le cose che ci uniscono anziché quelle che ci dividono. In questa vicenda se io fossi stato al posto di Miccichè, in questa competizione elettorale, avrei scelto di votare Forza Italia e Silvio Berlusconi”.