L'ex premier sul palco di Villa Filippina per presentare il programma elettorale

Conte a Palermo spinge il M5S alle Europee, l’affondo a Meloni “Autonomia differenziata ammazzerà il Sud”

Giuseppe Conte si fa ambasciatore di pace ed attacca la premier Giorgia Meloni sugli esiti delle strategie militare tenuta sul conflitto Russia-Ucraina. Lo ha fatto dal palco di Villa Filippina, a Palermo, a chiusura di una giornata trascorsa in Sicilia per promuovere “L’Italia che conta”, il programma elettorale dei pentastellati in vista delle prossime elezioni europee. Sotto il palco del capoluogo siciliano c’erano tutti i vertici regionali del partito e i vari candidati alle elezioni dell’8 e del 9 giugno.

Davanti ad una platea gremita di sostenitori, Conte ha aperto il suo monologo mostrando alcuni immagini in cui venivano citate alcune dichiarazioni della premier Giorgia Meloni sul conflitto in Ucraina. “Questa guerra si poteva fermare subito – ha tuonato Conte – Avete sentito la nostra premier (Meloni n.d.r.), con il suo fare tronfio. Ha scommesso sulla vittoria militare sulla Russia. Ma chi deve decidere quando è il momento della pace. I governanti che stanno nei loro uffici o lo dobbiamo fare noi, tutti insieme?“, ha chiesto al pubblico il leader pentastellato.

M5S ambasciatore di pace

Un discorso partito proprio dal punto cardine del programma grillino, ovvero la promozione della pace. “Abbiamo condiviso una linea politica univoca. Vogliamo essere costruttori di pace – ha dichiarato Conte -. Siamo davanti ad un bivio. Non c’è da tergiversare. Non ci si può fermare. Bisogna sceglie una strada: guerra o pace. Il partito della guerra non conosce distinzioni fra destra e sinistra. Ha arruolato tutto le forze politiche. O per meglio dire quasi tutte. Noi ne rimaniamo indenni. Siamo stati i primi a condannare l’aggressione di Putin all’Ucraina. Ma siamo stati subito lucidi nel valutare che occorreva instaurare un negozionato di pace. E quando le istituzioni internazionali hanno iniziato a parlare di Putin come un animale, ho capito subito che ci avrebbero trascinato in una strategia militare dagli esiti imprevedibili”.

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Conte sulla separazione delle carriere

Tra i vari temi toccati dall’ex premier vi sono quelli legati alla sanità, al recovery plan e al salario minimo, punto ritenuto nevralgico insieme al reddito di cittadinanza europee sul fronte welfare. Grande spazio è stato dedicato però ad un fatto di attualità politico come la separazione delle carriere. “Non aggiunge nulla e non è di nessuna utilità per migliorare il servizio giustizia – ha dichiarato Conte -. E lo dimostra anche un dato: che già oggi il passaggio da una carriera all’altra, da un profilo funzionale a un altro avviene radiosamente, e può avvenire una sola volta. Quindi, non è quello il tema. Se vogliono migliorare il sistema giustizia – ha proseguito – devono, coscienziosamente, investire in modo serio, come abbiamo già iniziato a fare noi, per quanto riguarda il numero dei magistrati, personale ausiliario, le dotazioni informatiche e tutti i servizi annessi e connessi. Questo è l’obiettivo primario. La separazione delle carriere, non serve a nulla, per esempio quando dicono per contrastare la deriva correntista. Cosa c’entra?”.

L’attacco a Meloni sul Sud

Poi l’affondo alla leader di Fratelli d’Italia. “Giorgia, una del popolo, una di voi? Ma come puoi voltare le spalle al Sud in modo spudorato. L’autonomia differenziata – ha aggiunto – ammazzerà il Sud, avremo venti staterelli, e chi è indietro rimarrà indietro. Hanno tagliato i fondi per il lavoro, per il Sud dal fondo sviluppo e coesione per metterli in questa follia che è il ponte di Salvini. E poi, il taglio dei tagli sul patto di stabilità. E non hanno battuto ciglio, non hanno nemmeno combattuto. Si parla di un taglio di circa 13 miliardi l’anno. Dove li taglieranno – si chiede Conte – Sicuramente non toccheranno gli investimenti militari, ma sanità, lavoro e sociale”

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