Grand Vision Italia, ad appena due anni dall’acquisizione da parte della multinazionale Olandese dell’ex Gruppo Randazzo, ha consegnato, nei primi di gennaio, 9 lettere di trasferimento ai lavoratori. Se in un primo momento, all’incontro del 13 febbraio, aveva aperto uno spiraglio nella vertenza rinviando di un mese i trasferimenti per portare avanti la trattativa, all’incontro di ieri ha alzato un muro ribadendo che, giorno 1 marzo i lavoratori dovranno trasferirsi inderogabilmente nelle città del nord Italia a cui sono stati assegnati.
“Sin dall’inizio abbiamo ritenuto che i nove trasferimenti, comunicati contestualmente agli ottici di sei diversi punti vendita, si traducono di fatto in licenziamenti camuffati poiché i lavoratori interessati, molti dei quali monorreddito vedrebbero raddoppiarsi le spese da affrontare mensilmente e, conseguentemente, dimezzare le economie destinate alla gestione del quotidiano. – affermano Monja Caiolo e Mimma Calabrò, Segretari Generali di Filcams Cgil Palermo e Fisascat Cisl Palermo Trapani – La conferma è arrivata all’incontro svoltosi in data odierna, in occasione del quale, nonostante le diverse proposte avanzate dalle OO.SS. , l’Azienda ha fatto presente di non volere in nessun modo tornare sui propri passi. L’unica proposta è stata quella di un incentivo per la risoluzione dei rapporti di lavoro”.
Filcams e Fisascat stigmatizzano l’atteggiamento assunto da Grand Vision Italia e si riservano di intraprendere ogni iniziativa sindacale e legale, presso le sedi opportune, a difesa dei diritti delle lavoratrici e dei lavoratori.
“Abbiamo già richiesto al sindaco di Palermo – continuano Mimma Calabrò e Monia Cajolo – l’apertura di un tavolo tra l’Amministrazione Comunale, Grand Vision Italia e le organizzazioni sindacali, perché non possiamo permettere che il depauperamento di risorse umane e di posti di lavoro attuato dall’azienda si riproponga con periodica cadenza”.
“Siamo fortemente preoccupate – concludono le sindacaliste – che a questi nove trasferimenti se ne possano aggiungere molto presto degli altri, perché sembrerebbe che alcuni negozi saranno interessati da un’importante riduzione della superficie di vendita, come il negozio di via Ruggero Settimo, continuando con lo stillicidio della perdita dei livelli occupazionali palermitani”.
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