Il Gup di Palermo ha condannato, in abbreviato, complessivamente, a oltre un secolo di carcere 10 tra boss, gregari ed estorsori della mandamento palermitano della Noce. L’accusa in aula era sostenuta dalla Pm Amelia Luise. Due le assoluzioni. Gli imputati erano accusati a vario titolo di associazione mafiosa, estorsione e intestazione fittizia di beni.
La pena più alta (15 anni) è stata inflitta a Giovanni Musso, ritenuto capo del clan della Noce. Fu lui, secondo i pm, a imporre a un sacerdote di benedire la festa del quartiere. I magistrati hanno accertato anche un suo ruolo nella rapina miliardaria messa a segno alle poste in via Roma nel 1995. Uscito di galera otto anni fa, ha scalato i vertici del mandamento. Come sede dei summit il boss aveva scelto una agenzia di scommesse e come suo vice Giovanni Di Noto, condannato oggi a 14 anni. L’inchiesta accertò una serie di estorsioni a commercianti della zona.
Costretti a pagare anche gli ambulanti. Una delle vittima, pero’, decise di collaborare con gli inquirenti e racconto’ le richieste di pizzo. Queste le pene inflitte dal gup: Francesco Alioto 2 anni, Massimo Bottino 12 anni, Cristian Di Bella 9, Giovanni Di Noto 14, Fabio La Vattiata 11, Salvatore Maddalena 11 e 2 mesi, Giovanni Musso 15, Nicolò Pecoraro 11 e 2 mesi, Salvatore Pecoraro 12, Giulio Vassallo 3 anni e 4 mesi. Assolti Andressa Cardella Dos Santos e Calogero Cusimano.
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