Fabrizio Miccoli è stato condannato anche in appello a tre anni mezzo per estorsione aggravata dal metodo mafioso. La sentenza è del collegio presieduto da Massimo Corleo.
Al centro della vicenda cessione della discoteca Paparazzi di Isola delle Femmine. L’ex calciatore del Palermo, difeso dalll’avvocato Giovanni Castronovo, avrebbe sollecitato Mauro Lauricella, figlio del boss della Kalsa, a chiedere la restituzione di venti mila euro all’imprenditore Andrea Graffagnini investiti dall’ex fisioterapista Giorgio Gasparini nella discoteca.
Le difficoltà a tornare in possesso dei soldi lo spinsero a rivolgersi a un altro giocatore per avere un consiglio e poi a Miccoli.
“Fabrizio Miccoli è stato condannato solo per il clamore suscitato dalla frase offensiva proferita nei riguardi del compianto giudice Giovanni Falcone che di rilievo penale non ha nulla.
Faremo ricorso per Cassazione,certi che almeno a Roma troveremo un giudice scevro da condizionamenti esterni che possa acclarare l’estraneità dell’ex capitano rosanero rispetto all’intera vicenda,nonché l’amore qualsivoglia contesto malavitoso al quale non appartiene”.
Lo ha detto l’avvocato Giovanni Castronovo.
“Faremo ricorso contro questa sentenza che riteniamo ingiusta. Questo procedimento – dice l’avvocato Gianpiero Orsino che difende il calciatore insieme al collega Castronovo – è iniziato in primo grado quando c’era già una richiesta di archiviazione da parte della Procura che è stata rigettata. Imputazione coatta. Oggi abbiamo una persona assolutamente estranea per fatti tanto gravi che non lo possono riguardare. Anche un profano, leggendo le carte, si accorgerebbe che non è come stabilito nella sentenza. Ci ritroviamo davanti a una condanna che non ha alcuna rispondenza con i fatti e che la stessa procura in tempi non sospetti aveva deciso di non dover richiedere ritenendo non esservi alcuna ipotesi di reato in capo al Miccoli. L’incertezza di questo excursus procedimentale è la vera delusione che riguarda tutti noi e che comunque non ci fermerà nella ricerca della verità e della estraneità di Fabrizio Miccoli”.
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