Il diritto all’acqua è un “diritto inviolabile” eppure ancora oggi a volte diventa un bene di lusso. In Sicilia dove si registra una forte dispersione idrica media del 49% i ritardi della Regione nel finanziare 13 opere necessarie per l’adeguamento e il potenziamento degli impianti di conduttura non fanno che aggravare una già insostenibile situazione di emergenza idrica. Interventi per 105 milioni di euro, di cui 58 milioni già cantierabili che, a causa di numerosi cambiamenti nella normativa nazionale e regionale, sono bloccati da 15 anni.
Vogliamo ricordare che dopo un aumento medio delle tariffe del +3,9% nel 2014 e del +4,8% nel 2015, i palermitani hanno visto svuotare le loro tasche da un ulteriore aumenti del 18% suddiviso nella misura del 9% con decorrenza 1/1/2014 e successivo 9% con decorrenza 1/1/2015. Aumenti che dovevano servire per finanziare 4,5 miliardi di investimenti per la creazione di infrastrutture e il miglioramento dei servizi idrici.
I costi di gestione lievitano continuamente seppur la fornitura idrica non viene garantita sempre a 360° e fra i cittadini, già sotto pressione per una crisi economica esasperante, si moltiplicano gli episodi di morosità.
“E’ inammissibile – sostiene il portavoce provinciale dei Verdi Stefano Di Blasi – che non venga recepita la sentenza della Corte di Cassazione secondo la quale essendo l’acqua un bene primario necessario per soddisfare le più elementari esigenze, si attui ancora la sospensione del servizio per morosità negando così un diritto inviolabile con conseguenti criticità in materia di sanità e igiene pubblica”.
A mettere in ginocchio una già esasperata crisi dell’agricoltura siciliana arriva un aumento del costo dell’acqua per l’irrigazione che supera del 400% il prezzo dell’anno scorso.
“Suona come una beffa la decisione del 21 aprile della Camera dei Deputati secondo la quale, nonostante il referendum di giugno 2011 che stabiliva che l’acqua non può far parte di un mercato e quindi creare profitto, con il testo approvato si obbligano i comuni a consegnare l’acqua a una gestione privata”. Lo dichiara Carmelo Sardegna, portavoce regionale dei Verdi.
Tutto questo mentre nella provincia messinese i cittadini sono rimasti a secco per circa 36 ore per un guasto alla condotta di Fiumefreddo nei pressi di Sant’Alessio senza dimenticare che i messinesi già 6 mesi fa, per una medesima problematica sono rimasti senza acqua per circa 20 giorni.