Esportare il modello Palermo anche alla Regione. Sembra essere questo il piano B del Pd e dei suoi alleati vecchi e nuovi nel caso in cui non vada in porto l’idea Grasso candidato. A lanciare forse prima del previsto questa ipotesi è lo stesso sindaco riconfermato di Palermo, Leoluca Orlando che partendo dal civismo politico che ha contrassegnato questa criticata elezione amministrativa, lancia la sua idea per palazzo d’Orleans agli alleati.
Lo fa con un lungo post pubblicato oggi nella sua pagina Facebook, annunciando l’avvio di un percorso per la creazione di una “Lista dei territori” in vista delle prossime elezioni regionali.
Orlando traccia un’analisi della situazione politica, indicando quelli che definisce i punti irrinunciabili per un “programma chiaro e senza ambiguità”.
“La dignità e la fatica dell’amministrare a servizio delle comunità locali – scrive Orlando – non possono e non devono più essere mortificate ulteriormente da atteggiamenti e pratiche “annacatorie”, che hanno fatto parlare in Sicilia di uno “stato di calamità istituzionale”.
“E’ dai territori, a partire anche da Palermo, che occorre prendere le mosse con quello che viene definito “civismo politico”, del tutto alternativo a movimenti tanto ribelli quanto inconcludenti e incapaci di amministrare e del tutto alternativo a logiche di apparato che simulano protagonismo con litigi continui ed inconcludenti”.
“Chi da oltre due anni considera conclusa la esperienza del Governo Crocetta ha il diritto e il dovere di immaginare un futuro diverso e migliore per i siciliani e per la Sicilia, a partire non da alchimie politichesi ma a partire dai problemi reali, come ogni giorno sono chiamati nei territori a fare amministratori locali e Sindaci. Un programma regionale chiaro deve prevedere pregiudizialmente la fine del soffocante ed improprio ruolo politico di governo da parte di un mondo cosiddetto confindustriale siciliano che si ostina a voler comandare, certamente impropriamente e troppo spesso illegalmente, e che nelle ultime elezioni comunali a Palermo è stato direttamente impegnato con un suo vertice candidato in una delle coalizioni sconfitte dagli elettori”.
“Un programma regionale chiaro di governo – scrive ancora il sindaco di Palermo – deve prevedere la mitigazione della speciale autonomia siciliana, non essendo più tollerabili – in nome della specialità – arbitrii gestionali, inconcludenze amministrative e confusioni legislative, ossessivamente presenti e penalizzanti con riferimento al sistema delle autonomie locali e nei settori di acqua, rifiuti, precariato e formazione professionale. In sintesi, milioni di siciliani non possono essere esclusi, e sono stati sin qui esclusi, dalla comunità nazionale ed europea e dai loro
processi di riforma e flussi finanziari, a causa di uno Statuto speciale divenuto alibi per inattività ed inadeguatezze, oltre che privilegio e fonte di rendita parassitaria per pochi ed isolamento e mortificazione per tutti gli altri”.
Un futuro diverso e migliore si costruisce con un programma chiaro che non può essere rinviato prestando prioritaria attenzione a “chi non ha” e a “chi produce”. Attenzione a chi non ha lavoro, a chi non ha salute, a chi non ha casa. Attenzione a chi produce lavoro, cultura, arte per se e per gli altri. Un programma regionale chiaro deve prevedere la pubblicità della gestione dell’acqua considerato diritto inalienabile e non mercificabile da parte di intrallazzisti, a volte mascherati da gruppi finanziari anche multinazionali”.
“Un programma regionale chiaro deve prevedere la realizzazione di un ciclo dei rifiuti basato su un Piano regionale con impiantistica pubblica adeguata, che sottragga l’intero sistema a logiche ricattatorie/parassitarie di alcune realtà private oligopolistiche e a volte, per vasti territori, anche monopoliste. Un programma regionale chiaro deve essere fortemente caratterizzato da cultura e pratica dell’innovazione, cultura e pratica di rispetto ambientale e cultura e pratica della accoglienza, in una prospettiva di mobilità internazionale come diritto umano e pertanto una prospettiva capace di accogliere senza isterie e paure i flussi migratori e di attrarre al tempo stesso enormi potenzialità turistiche”.
“Su queste preliminari scelte programmatiche – riassume Orlando – appare necessaria la presentazione alle prossime elezioni regionali di una “lista dei territori”, che nasca a partire dai territori mortificati in questi anni e nasca attorno ad un programma chiaro, che costituisca la premessa e indichi i contenuti di un auspicabile campo tanto largo quanto privo di ambiguità e pretestuosi rinvii di approfondimento. A Palermo, sulla base di una azione amministrativa difficile e ricca di realizzazioni, a partire, attorno ed in coerenza ad un programma chiaro di scelte e di azioni già realizzate e di altre in via di completamento è stato possibile individuare candidati e liste”.
“Questo e non altro, con grande chiarezza, si è praticato a Palermo e si va praticando in altre realtà non solo siciliane.
La capacità di affrontare e risolvere quotidianamente e concretamente problemi dei cittadini e di promuovere la crescita culturale ed economica in coerenza con una visione che ponga al centro la persona umana, ogni persona umana: questa è politica, questa ha dignità di politica. Questo – conclude – almeno questo e non altro, credo serva alla Sicilia”.
Immediata la reazione degli alleati che sposano l’idea di Orlando. Il primo a farlo è il segretario dei Centristi per l’Europa Adriano Frinchi: “Ha ragione Leoluca Orlando quando dice che si è conclusa una fase politica e che bisogna costruirne una nuova. Penso che i Moderati debbano partecipare attivamente alla costruzione di un nuovo progetto politico siciliano”.
E a stretto giro arriva anche il commento del presidente del Pd, il renziano Giuseppe Bruno: “Una fase della politica si è chiusa. E’ arrivato il momento di rilanciare con forza una coalizione della quale il Pd può e deve essere promotore – dice Bruno -per offrire una valida alternativa per il governo della Sicilia e per la sua crescita. Un nuovo soggetto che deve esprimere un candidato altrettanto nuovo che non può essere il governatore uscente della Regione”.
“Bene fa il sindaco Leoluca Orlando a rilanciare l’idea che è stata vincente in occasione delle elezioni amministrative di Palermo. L’esperienza fatta – conclude Bruno – dimostra che è questa la strada giusta da perseguire anche per la Regione dando vita ad un nuovo soggetto politico che raccolga ampio consenso, che sia nuovo nella formazione e nelle idee, moderato e progressista, accolga il civismo politico e segni, contemporaneamente, discontinuità con il passato e proposte positive per il futuro”.
Della partita sembra prponta ad essere anche Sinistra Italiana come confermano Bianca Guzzetta e Luca Casarini, segretari regionali di Sinistra italiana Sicilia“L’intervento oggi del sindaco Orlando in merito alle prossime elezioni regionali rappresenta un contributo fondamentale per la discussione politica e programmatica per la definizione di una proposta credibile e radicalmente innovativa per il governo della Sicilia. Troppo spazio hanno ancora, purtroppo, tattiche e strategie politiciste e troppo poco, invece, elaborazioni politiche e culturali che si possano trasformare in progetto di cambiamento utile alla maggioranza dei siciliani e delle siciliane”.
“Leoluca Orlando traccia la differenza tra un’operazione di facciata, il civismo inteso come un mascheramento del vecchio, e una di sostanza, il civismo politico che scende in campo per delle ragioni concrete: l’acqua pubblica, la difesa dei beni comuni, un piano di conversione ecologica dell’economia siciliana che crei occupazione e miglioramento della qualità della vita, i diritti che rimettano al centro le persone e non gli appetiti voraci dei soliti gruppi di potere – continuano i due segretari – E’ un processo politico quello annunciato da Orlando con cui tutti i partiti devono fare i conti: il rapporto tra città e territori e Governo è la traduzione concreta e vincente di quel “basso contro alto” usato strumentalmente per l’ascesa del qualunquismo populista e di destra di Grillo, e che può battere anche la riorganizzazione mafiosa del civismo degli affari”.
“Questa presa di parola ci conforta ed è di stimolo per chi come noi intende giocare una partita ponendosi come primo problema quello della partecipazione, che non significa il mercanteggiamento clientelare verso vecchi e nuovi poteri, ma la possibilità da parte di chi abita, vive, lavora, studia, risiede in questa terra meravigliosa, di incidere sulle scelte, di decidere sul presente progettando un futuro migliore. Le parole di Orlando, come quelle dedicate ai migranti, in un momento buio per l’utilizzo della xenofobia e del razzismo per raccattare i voti della paura, sono importanti, preziose. La lista dei territori che propone Orlando con la sua prima traccia programmatica esposta ci convince molto”, concludono Guzzetta e Casarini.