“Nei Paesi europei è stato confiscato l’1 per cento del fatturato globale delle mafie, praticamente il rischio di confisca è prossimo allo zero, eppure i più grandi paradisi fiscali sono in Europa. La mafia dei mercati in Italia ha contribuito a farci rimanere nel patto di stabilità. Noi continueremo a fare indagini e arrestare estorsori, ma è bene comprendere che la battaglia si svolge a livello macro politico. In Europa non c’è l’interesse a fare un’analisi del sangue ai capitali finanziari che fanno girare l’economia e il capitalismo delle mafie è un capitolo importante del capitalismo finanziario”.
Lo ha detto Roberto Scarpinato, procuratore generale di Palermo, intervenendo all’incontro intitolato “Le infiltrazioni delle mafie nell’impresa legale” in corso nell’Auditorium Rai di Palermo. “Nel 2017 soltanto in Sicilia sono stati spesi oltre 4 miliardi nel gioco d’azzardo – ha aggiunto Scarpinato – ci troviamo di fronte a un nuovo modo di operare delle mafie ‘mercatiste’ che offrono una serie di beni e servizi, dagli stupefacenti all’azzardo, alla prostituzione e che mutano anche il rapporto tra mafia e popolazione, stabilendo rapporti collusivi con reciproci tornaconti economici. Una traiettoria che ha portato le nuove mafie dalla violenza al consenso, mettendo in difficoltà la Corte di Cassazione nell’applicazione dell’articolo 416bis, che presuppone invece il ricorso al metodo violento”. “A questo proposito ricordo la conversazione – ha concluso il procuratore Scarpinato – avuta con un boss in un carcere canadese che mi ha detto: “Prima la politica controllava l’economia, oggi è il contrario. Noi (riferendosi ai boss, ndr) siamo il cuore nero dell’economia, ma sempre economia siamo”.
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