Solo il 13% dei 9718 docenti siciliani in mobilità ha potuto scegliere la scuola di destinazione. All’87% rimanente quindi la sede è stata imposta. E’ questo lo scenario che emerge dall’analisi dei dati operata dalla Flc Cgil Sicilia.
Graziamaria Pistorino, segretario generale Flc Cgil Sicilia, dichiara: “Dopo le pubblicazioni dei movimenti della scuola, tra i difensori dell’ “algoritmo” e i denigratori del contratto sulla mobilità, sulla pelle di chi sta lasciando forzatamente la propria città e la propria famiglia, si sono esercitati tutti! Commenti, analisi, attacchi, addirittura c’è chi con i numeri descrive la necessità dell’esodo di massa che si è determinato, quasi sorpreso del fatto che i docenti non fossero già pronti a fare la valigia, pur sapendo che, tra loro, i meridionali, che sono il 78% degli insegnanti quest’anno in mobilità, non avrebbero mai potuto trovare collocazione nelle sedi scolastiche del Sud, solo il 35% rispetto al totale nazionale”.
La sindacalista, illustrando i dati elaborati dalla Flc Ccil siciliana, prosegue: “Per correttezza nei confronti del tema e della vita delle persone coinvolte, bisognerebbe mettere in fila cronologicamente e logicamente, quanto è avvenuto”.
Da sempre i docenti italiani sono in larga maggioranza di origine meridionale (nel 2007 era nato al Sud Italia l’82% dei docenti presenti nelle graduatorie ad esaurimento nazionali) e, da sempre, questi insegnanti si sono spostati in tutto il paese, con la corretta propensione alla mobilità che deve animare normalmente i cittadini di un Paese unito. Da sempre, si è compiuta la scelta di partire, si è valutato dove andare (nel paese della cugina trapiantata o degli amici di famiglia), si è considerata la propria vita personale e le sue fasi (si partiva da giovani laureati o appena sposati, insieme alla moglie o al marito), si è considerato se insegnare matematica e scienze alle medie o matematica e fisica alle superiori. Da sempre gli insegnanti meridionali sono partiti e hanno contribuito (per circa l’80%) a costruire una Italia più aperta. Perché oggi, improvvisamente, questi colleghi parlano di deportazione? Forse perché una legge iniqua, su cui pesano quesiti di incostituzionalità, ha inventato meccanismi macchinosi, mai utilizzati prima? Cambiando le regole del gioco, mentre si giocava, hanno inventato le fasi 0 e A, a cui era riservato un certo numero di posti, una fase B, che utilizzava i posti rimasti dalle precedenti, e una fase C, che metteva insieme tutte le sedi di Italia con un meccanismo che ancora oggi il Ministro Giannini non ha messo in trasparenza, creando corsie differenziate tra vincitori dei nuovi concorsi e vincitori di vecchi concorsi con anni di precariato sulle spalle. Così tutto il punteggio acquisito non ha avuto alcun valore, anzi in alcuni casi di fase B è servito a portare lontano, mentre i colleghi di fase C, con meno punti, sono rimasti sotto casa! Forse perché, nonostante gli sforzi fatti nel contratto sulla mobilità, sono rimaste le precedenze e le fasi della cattiva legge? I vincoli di legge valgono da sempre nella mobilità della scuola: ci sono le precedenze per i coniugi di militari (legge 100), ci sono quelle per l’assistenza ai figli diversamente abili (legge 104) e ci sono pure le maledette precedenze delle fasi del piano assunzionale (legge 107). Quindi i colleghi si sentono deportati perché non gli è stato consentito di scegliere e soprattutto perché non sono stati messi in ordine di punteggio, di anzianità, di titoli, perché i criteri, iniqui e non condivisi, hanno prodotto risultati non trasparenti.
I docenti, così come il personale ATA, provenienti dal Sud hanno lavorato e lavoreranno in tutta Italia, come fanno da sempre, ma pretendono equità, chiarezza e trasparenza, esattamente quello che manca alla gestione Renzi – Giannini!
Nello specifico emerge che per la scuola primaria, su 5.841 docenti siciliani di primaria che si sono spostati da e per la Sicilia, 1.121 sono in entrata e 4.720 sono stati costretti a partire. Su 4.720 docenti in mobilità fuori regione, solo il 9% ha potuto scegliere la destinazione. Il 91% è stato obbligato a trasferirsi fuori dalla regione di nascita (fase C)
Per la scuola secondaria di I grado su 3.184 docenti siciliani che si sono spostati da e per la Sicilia, 1.402 sono in entrata e 1.782 sono stati costretti a partire. Su 1.782 docenti in mobilità fuori regione, solo il 26% ha potuto scegliere la destinazione. Il 74% è stato obbligato a trasferirsi fuori dalla regione di nascita (fase C/D).
Invece per la scuola secondaria di II grado, su 6052 docenti siciliani che si sono spostati da e per la Sicilia, 2.836 sono in entrata e 3.216 sono stati costretti a partire. Su 3.216 docenti in mobilità fuori regione, solo il 10% ha potuto scegliere la destinazione. Il 90% è stato obbligato a trasferirsi fuori dalla regione di nascita (fase C/D).
In totale su 15.075 docenti siciliani che si sono spostati da e per la Sicilia, 5.359 sono in entrata e 9.718 sono stati costretti a partire. Su 9.718 docenti in mobilità fuori regione, solo il 13% ha potuto scegliere la destinazione.
L’ 87% è stato obbligato a trasferirsi fuori dalla regione di nascita (fase C/D).
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