Escluso a seguito degli accertamenti psicofisici per una “lieve patologia cardiaca non compatibile con l’arruolamento” i giudici amministrativi smentiscono la commissione, confermando che la condizione fisica del ricorrente non fosse per nulla compromettente, e non costituiva nessuna delle cause/infermità escludenti prevista dalla normativa di riferimento.
Le motivazioni dei giudici
Scrivono infatti i giudici: “Le valutazioni effettuate in sede di accertamento dei requisiti psico-fisici – seppure costituiscano tipica manifestazione di discrezionalità tecnica – non sfuggono al sindacato giurisdizionale, laddove siano in esse ravvisabili ipotesi di eccesso di potere per travisamento dei fatti ed illogicità”.
Le dichiarazioni dei legali
“Sempre più spesso, a causa di strumentazioni obsolete o visite superficiali, tanti candidati vengono ingiustamente esclusi dai concorsi – dichiarano Francesco Leone, Simona Fell e Raimonda Riolo dello studio legale Leone-Fell che ha difeso il candidato escluso – Per fortuna è possibile correggere tali storture e rispristinare i diritti lesi. Siamo lieti che il giudice abbia accolto il nostro ricorso e che il nostro ricorrente abbia potuto concludere l’iter concorsuale e ottenere l’arruolamento nell’Esercito”.
Arriva quarta a concorso ma fa ricorso al Tar e vince, avevano sbagliato i calcoli
Nei mesi scorsi era arrivata al quarto posto del concorso all’Università di Palermo che prevedeva l’assunzione di tre impiegati. Per pochissimo non era riuscita a sopravanzare la terza candidata. Analizzando il lavoro svolto dalla commissione di esami la concorrente assistita dagli avvocati Luigi Matta e Valentina Matta è stato dimostrato che non erano stati calcolati tutti i titoli presentati.
I giudici del Tar di Palermo della seconda sezione, presieduti da Federica Cabrini, hanno accolto il ricorso e ricalcolato il punteggio della giovane esclusa consentendole di superare la terza candidata ed essere così assunta. L’attribuzione del punteggio nella valutazione dei titoli è stato al centro della valutazione del ricorso. La ricorrente si era classificata subito dopo l’ultimo vincitore e con un punteggio di 0,50 avrebbe vinto il concorso. Avendo vantato e provato di avere esperienze, competenze linguistiche e informatiche solo in parte riconosciute ha dunque presentato ricorso e vinto.
I giudici hanno calcolato i punti non considerati per la lingua inglese e per i titoli informatici conseguiti dalla candidata. “Si tratta – commentarono gli avvocati – di una decisione importante perché sintetizza numerosi principi dell’operato delle commissioni di concorso che in questo caso sono risultati non rispettati. Positivo il fatto che l’Università si sia prontamente adeguata alla statuizione del Tar”.
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