Lasciatevi condurre in un viaggio tra passato, presente e futuro, in uno dei luoghi più suggestivi della Sicilia, terra di incontro fra le culture greca, latina, araba ed ebraica. Passaggio di tantissimi popoli: Fenici, Greci, Romani, Ostrogoti, Bizantini, Arabi, Normanni, Angioini, Aragonesi, Borboni, in un continuo avvicendarsi, nei secoli, di usi e tradizioni che hanno mutato l’identità dei territori. E luogo magico che testimonia l’integrazione tra le culture e le religioni è uno dei quartieri di Mazara del Vallo nel Trapanese.
È proprio qui che è stato realizzato, da Nicola Cristaldi e Giovanni Franco, il libro di fotografie e testi: “Il canto della Casbah”, edizioni Libridine, in distribuzione nei prossimi giorni.
“Un reportage a tutto tondo, in quei vicoli dal sapore arabo, per ascoltarne i sussurri e i suoni e fotografare i volti di uomini, donne e ragazzi intenti a interpretare un antico copione, quello della vita”, dice il giornalista Franco. Osserva Cristaldi, a lungo sindaco di questa città dirimpettaia delle coste africane: “Qui è nata la Casbah che per secoli nessuno ha più chiamato con il suo nome, dato che per centinaia di anni è stata il centro della città, il cuore di una comunità cresciuta con lo spirito della solidarietà. Lì gli abitanti sono stati Arabi, ma anche Normanni, Francesi, Spagnoli”.
A Mazara del Vallo “la preghiera cristiana e quella musulmana convivono. Da un lato le campane, a pochi metri di distanza la voce amplificata del muezzin che dall’alto del minareto modula con voce alta e possente, rivolgendosi ai quattro punti cardinali, la formula convenuta per richiamare i fedeli alle cinque preghiere stabilite dal Corano in cinque ore diverse del giorno”.
“E’ questo un libro con immagini strepitose e inedite – dice Francesco Sferlazzo, direttore della casa editrice Libridine – che consegnerà alla memoria collettiva uno spaccato di una realtà senza tempo”. Con le leggende che si fondono nella realtà narrate da Cristaldi che offrono la visione complessa di una “Città di Fenici venuti dal mare, di Arabi senza terra, di popoli nutriti dalla storia. Città di miti e di illusioni, di musica e di silenzi nascosti. Città sazia di mistero e di futuro”.
“Incamminandosi per queste strade, ricche anche di ceramiche installate a cielo aperto ci si imbatte nei cortili chiusi alla vista esterna, avvolti in una atmosfera ovattata e in lunghi percorsi che si intrecciano tra loro in un labirinto, nel quale si ascoltano con l’immaginazione, storie tra realtà e fantasia”, chiosa Franco
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