I giudici del Tar di Palermo hanno annullato l’interdittiva antimafia del Prefetto nei confronti della società Trade Eco Service Srl.

La società del legale rappresentante Gianluca Lo Faso, assistito nel ricorso dagli avvocati Salvatore Raimondi, Luigi Raimondi, Giuseppe La Barbera, nel 2016 dopo il provvedimento prefettizio si era visto cancellare dalla White List delle imprese e di conseguenza anche dall’albo nazionali gestori ambientali e a cascata è stato disposto la decadenza di diritto dal Registro delle imprese.

La Trade Eco Service Srl svolge attività di vendita e noleggio di automezzi e trattamento e gestione di rifiuti, raccolta, trattamento e relativo trasporto.

L’impresa ha lavorato in tanti comuni del palermitano, tra cui Cefalù, Termini, San Cipirello, Bagheria, San Giuseppe Jato Corleone, Piana degli Albanesi. Ha anche trasportato il percolato dalla discarica di Bellolampo.

I fatti contestati nell’interdittiva antimafia secondo quanto si legge nella sentenza e secondo gli avvocati della società sono antecedenti.

“Gianluca Lo Faso – come si legge nella sentenza – è stato controllato a Barcellona Pozzo di Gotto insieme a Vincenzo Triolo il 23 marzo 2006. La Pro.mo.si. di cui era detentore di quota Salvatore Lo Faso, padre dell’Amministratore della Trade Eco Service, Gialuca Lo Faso, è stata cancellata dal registro delle imprese nel 2006. La partecipazione, quale testimone di nozze, di Antonia Benanti, moglie di Tommaso Cannella, al matrimonio dei genitori dell’amministratore della società ricorrente è del 1981.

Nell’81 su Tommaso Cannella non c’era alcun provvedimento. Un pizzino è stato trovato nel covo di Benedetto Spera nel 2001.

Il calendario della Sud Car, società dalla cui modifica della ragione e denominazione sociale è nata la Trade Eco Service, è stato trovato nel covo di Bernardo Provenzano l’11 aprile 2006 giorno della cattura del boss.

Le intercettazioni tra Panino, Di Marco, Masaracchia ed altri, tratti dall’indagine riguardante l’operazione “Grande Passo”, risalgono anch’esse al 2012. L’incontro tra Leoluca Lo Bue e Matteo Dragna, a bordo di un’autovettura intestata alla Trade Eco Service, risale al 3 maggio 2014. Infine Antonino Ciavarello un cugino del genero di Riina, ha certamente lavorato presso la Trade Eco Service, in modo discontinuo, dal 2013 dalla quale è stato definitivamente licenziato nel 2015”.

Per i giudici della prima sezione presieduta da Calogero Ferlisi (Aurora Lento, Consigliere, Roberto Valenti, Estensore) “i provvedimenti prefettizi impugnati – si legge nella sentenza – pur motivatamente articolati e basati su di un complesso quadro investigativo già per larga parte positivamente scrutinato (con il rilascio delle recenti informative e comunicazioni antimafia dell’aprile e del maggio 2016), finiscono per fondarsi, in concreto, su elementi che, contrariamente a quanto ritenuto dall’Amministrazione, non appaiono essere tali da indicare, sul piano induttivo, un pericolo di condizionamento da parte delle consortiere mafiose. Ne deriva che gli stessi sono illegittimi e vanno per quanto di ragione annullati. Analoga sorte incombe sugli ulteriori atti impugnati, siccome emessi in ragione delle informative prefettizie annullate”.