“La befana vien di notte con le scarpe tutte rotte, con la scopa di saggina, viva viva la nonnina!”
La festa che ricorda la visita dei Re Magi al Bambino Gesù nella notte tra il 5 e il 6 gennaio. Una notte speciale, la dodicesima dopo il Natale, che secondo la leggenda è dedicata alla luna. Da qui il termine “Epifania”, “manifestazione” della luce lunare, un astro connesso alla natura e al suo ciclo di rinnovamento, a differenza del Natale che è una festa solare.
Religione, tradizioni e paganesimo si mescolano, ancora una volta, per festeggiare un evento ogni anno atteso da grandi, ma soprattutto dai piccoli, legato alla figura della “Befana”, una vecchietta fata benevola, simbolo della trasfigurazione della natura, che vaga di notte in sella alla sua scopa, dispensando doni nelle calze preparate dai piccini. Il gesto intende essere un buon auspicio, augurando prosperità per l’anno che è appena incominciato. Tra i doni: frutta secca, mele, arance che richiamano i semi della terra e hanno una funzione propiziatoria, ma anche cenere e carbone, entrambi presenti nelle calze dei bambini cattivi e che rappresentano elementi primordiali, aventi la funzione di talismani. Non mancano cioccolato, caramelle e dolciumi.
Secondo le credenze popolari i Re Magi si recarono alla porta della Befana per chiederle la strada per raggiungere la capanna di Gesù Bambino a Betlemme e le invitarono a unirsi a loro nel viaggio. La vecchietta rifiutò, ma quando andarono via decise di raggiungerli e per cercarli bussò ad ogni casa lasciando un dono ad ogni bambino nella speranza che uno di loro fosse Gesù. E così, da allora, ha continuato per millenni.