Scendono in campo sindacato e associazioni datoriali per i dipendenti delle aziende in crisi nel settore del commercio. Il consiglio direttivo dell’ente bilaterale territoriale del terziario di Palermo, costituito da Confcommercio Palermo, Filcams Cgil Palermo, Fisascat Cisl Palermo-Trapani e Uiltucs Sicilia, destinerà un contributo solidaristico di 20 mila euro, suddiviso in 100 contributi da 200 euro ciascuno, in favore dei dipendenti delle aziende che stanno subendo i contraccolpi della crisi economica provocata dall’emergenza sanitaria. Il contributo sarà destinato al personale delle aziende iscritte all’ente bilaterale che hanno già avuto accesso alle diverse forme di integrazione salariale o alla cassa integrazione. Le domande andranno presentate da oggi entro il 15 dicembre alla mail segreteria@ebpt.it.
Varato regolamento
E’ già stato predisposto un regolamento per individuare i criteri di ammissibilità al contributo una tantum. “Anche quest’anno, come ente bilaterale – affermano Nino Matranga e Mimma Calabrò, rispettivamente presidente e vicepresidente dell’Ente – siamo riusciti a dare un contributo ai lavoratori del commercio i quali, nonostante il momento difficile, si trovano spesso in prima linea, a fianco degli imprenditori, per garantire la fruizione di beni e servizi per la collettività. Tutto ciò è stato possibile grazie all’utilizzo di una bilateralità virtuosa tra parti sindacali e aziendali che, all’interno dell’Ente Bilaterale, hanno messo in moto tale iniziativa”.
Gli effetti della crisi
Effettivamente in Sicilia il lavoro continua ad essere un miraggio, e l’isola continua ad essere stritolata da storiche carenze e nuove emergenze che erodono in maniera costante il numero degli occupati: 8.000 in meno solo nel primo trimestre 2020, con un tasso di occupazione al 41,5%, la disoccupazione al 20% e il drammatico dato femminile al 22,7% secondo gli ultimi dati Istat. Per non parlare dei giovani, con l’allarmante numero di 53,6 ragazzi tra i 15 e i 24 anni in cerca di un’occupazione e un esercito ancora più numeroso di Neet, ovvero coloro che non studiano e un lavoro non lo cercano nemmeno più.
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