Con 245 prodotti la Sicilia si piazza all’undicesimo posto nella classifica delle bandiere del gusto, assegnate alle specialità censite dalle regioni che sono ottenute sul territorio nazionale secondo regole tradizionali protratte per almeno 25 anni. E’ quanto emerso oggi a Roma dove la Coldiretti ha presentato la classifica dei primati enogastronomici e la più ricca esposizione della variegata offerta delle località turistiche nazionali durante quest’estate.
Dalle busiate col presto trapanese, alla caponata di melanzane per arrivare alle crespelle, il cibo siciliano rappresenta la storia e la cultura isolana, tanto citato nella letteratura regionale sia del passato sia più recente. Quest’anno c’è una new entry: la zucca (o cucuzza) virmiciddara, si tratta di un ortaggio piccolo, ovoidale, di colore verde scuro con macchie bianche ovali che pensa massimo di 3-4 chili, tipica della zona di Monreale (Pa). Il suo sapore, dolce e delicato, le dona una notevole versatilità in ambito culinario, prestandosi sia per usi di gastronomia sia di pasticceria
Le bandiere del gusto costituiscono un serbatoio immenso di sapienza e capacità tramandato da generazioni che segnano la memoria di un popolo – commenta il presidente regionale Coldiretti Francesco Ferreri – e che sottolineano la nostra diversità dove pochi chilometri di distanza bastano a modificare un gusto. Si tratta di un patrimonio che va salvaguardato anche alla luce delle scelte dei turisti che non solo vogliono gustare le pietanze siciliane ma poi scelgono il souvenir enogastronomico per ripetere le esperienze vissute.
L’acquisto di prodotti tipici come ricordo delle vacanze è diventato ormai il mood del viaggio– aggiunge Francesco Ferreri – basta vedere come il centro delle città si sta trasformando in una grande vetrina enogastronomica dove si trova dal cibo da strada, di cui la Sicilia è capofila, all’eccellenza per varietà e sapori. Ci sono poi moltissime occasioni per acquisti mirati anche nei luoghi di villeggiatura con esperienze sensoriali, percorsi enogastronomici, città del gusto, feste e sagre di ogni tipo per non dimenticare le location televisive che d’estate ospitano i mercati degli agricoltori di Campagna Amica, come Punta Secca, dove si gira la fiction del Commissario Montalbano – conclude il presidente.
La caponata descritta da Andrea Camilleri.
“Appena aperto il frigorifero, la vide. La caponatina! Sciavuròsa, colorita, abbondante, riempiva un piatto funnùto, una porzione per almeno quattro pirsone. Erano mesi che la cammarera Adelina non gliela faceva trovare. Il pane, nel sacco di plastica, era fresco, accattato nella matinata. Naturali, spontanee, gli acchianarono in bocca le note della marcia trionfale dell’Aida. Canticchiandole, raprì la porta-finestra doppo avere addrumato la luce della verandina. Sì, la notte era frisca, ma avrebbe consentito la mangiata all’aperto. Conzò il tavolinetto, portò fora il piatto, il vino, il pane e s’assittò.”