Palermo

Energie rinnovabili fra opportunità e rischio infiltrazioni, il CgA si interroga sul decreto legislativo

Transizione energetica ed energie rinnovabili: uno dei grandi temi dei giorni nostri che vede la Sicilia al centro di processi di sviluppo e territorio di alcuni dei maggiori insediamenti per la produzione proprio di energie rinnovabili. proprio la Sicilia, inoltre, è naturalmente favorita in questo settore e può essere motore del passaggio all’energia pulita.

Opportunità e rischi

Ma come troppo spesso avviene in Italia una opportunità rischia di scontrarsi con mille difficoltà. degli aspetti normativi, dell’esigenza di chiarezza e velocità, dei rischi che comportano alcune formulazioni normative si occuperà il Consiglio di Giustizia Amministrativa della Sicilia, con un convegno che si terrà nella sede di Villa Belmonte.

L’evento promosso dai giusti cattolici

A introdurre sarà il Consigliere del CgA Nino Caleca mentre le conclusioni saranno tratte dal presidente del Cga Ermanno De Francisco. Relazionerà Mario Antonio Scino, capo di gabinetto del ministro del territorio e dell’Ambiente Pichetto Fratin. Ad organizzare sono i Giuristi cattolici che si interrogano sulla normativa e sulla sua applicazione. Un incontro realizzato in spirito di leale collaborazione con le istituzioni allo scopo di affrontare i punti di criticità, sollevare i temi e cercare soluzioni.

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Il regime introdotto dal decreto legislativo

La transizione verso l’energia rinnovabile è governata da un apposito decreto legislativo che differenzia il sistema autorizzativo degli impianti in tre fasce. Per gli impianti più piccoli come, ad esempio, quelli a scopo domestico, il regime è libero. Per gli impianti di media dimensione c’è un regime autorizzativo semplificato demandato ai comuni e si punta a rendere il percorso rapido e a basso impatto della burocrazia. Diverse le regole per i grandi impianti che prevedono autorizzazioni regionali o statali.

I temi da affrontare

“I temi da affrontare sono tanti – dice a BlogSicilia Nino Caleca – ad iniziare da alcune incongruenze che sono emerse nella fase di individuazione delle aree destinate a questi impianti. Se da un lato in conferenza Stato Regioni si è stabilito, come indirizzo, che chi intende realizzare un impianto deve dimostrare di essere titolare dell’uso dell’area dove l’impianto va realizzato. D’altro lato per i grandi impianti si prevede che si possa presentare progetti per la realizzazione di impianti di energia rinnovabile e prevedere l’esproprio delle aree”.

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“In Sicilia poi, in particolare, il legislatore è molto attento al tema ed esiste già una norma regionale che impone limiti e divieti alla realizzazione dim impianti eolici a pale. In Sardegna, invece, Regione a Statuto Speciale per certi versi simile a quello siciliano, esistono norme di natura totalmente diversa”.

“Il rischio che vogliamo analizzare è quello che, nella poca chiarezza normativa e nella sovrapposizione di norme, possa infiltrarsi chi opera nella zona grigia se non proprio le organizzazioni mafiose ma cui presenza è stata dimostrata più di una volta proprio nel settore eolico da indagini di natura penale”.

Un tema delicato e complesso ma che, se affrontato per tempo, può portare a prevenire i rischi e rendere l’opportunità della transizione energetica più sicura e vantaggiosa per i territori

 

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