Ancora emergenza rifiuti a Palermo. Per la terza notte di fila i vigili del fuoco sono stati impegnati nello spegnimento di roghi di spazzatura. E per la terza notte di fila il quartiere dove sono stati dati alle fiamme i cumuli di spazzatura è stato Borgo Nuovo.
Tre notti consecutive a Borgo Nuovo
Gli incendi sono stati appiccati due volte in via Castellana e in viale Michelangelo, in via Mozambico. Roghi anche in via Cammarano nel quartiere Cep.
La Rap, la società che gestisce la raccolta dei rifiuti è alle prese con il recupero della spazzatura rimasta per strada dopo alcuni giorni di mancata raccolta provocata dalle assemblee proclamate dai sindacati. Per far fronte all’emergenza l’azienda sta impiegando squadre aggiuntive di aziende private. Il costo dell’operazione è di circa 200mila euro.
Anche ieri decine di incendi di spazzatura
Anche la scorsa notte i vigili del fuoco sono stati impegnati spegnere i roghi di rifiuti a volte a protezione delle abitazioni. Per due volte sono andati in via Brunelleschi, poi in via Madonia, in via Cartagine e in via Centuripe. Altri due grossi incendi di cataste di rifiuti sono stati spenti allo Zen 2.
Incendi sono stati appiccati nei giorni scorsi anche alle cataste di immondizia in via Agesia di Siracusa allo Zen 2, in via Belmonte Chiavelli, ancora nel quartiere Borgo Nuovo invaso dalla spazzatura in piazza Armerina e via Acireale. Diversi interventi lungo viale Michelangelo. Fino a pochi giorni fa c’erano per strada circa 400 tonnellate di spazzatura.
I sindacati, “sul banco degli imputati sempre i lavoratori RAP”
“Ci piacerebbe che i lavoratori venissero percepiti dalla cittadinanza esattamente come sono, appunto lavoratori e non dipendenti e queste giornate di criticità lo hanno ampiamente dimostrato”. Lo hanno detto l’altro ieri i sindacati Rap, Fp cgil, Fit Cisl, Uiltrasporti, Fiadel e Filas dopo l’appello rivolto dall’ amministrazione comunale finalizzato a stimolare i lavoratori Rap a profondere un ulteriore doppio contributo per fare uscire la città dalle difficoltà nella quale è ricaduta.
E proseguono “Nove ore di lavoro continuative al giorno a 35/40 gradi, sono il segnale tangibile che i lavoratori sono con la città. Non dimentichiamo che il Consiglio comunale non vota e fa prevalere logiche politico-elettorali, che il 50% dei contribuenti non paga la TARI e questo mette in crisi l’azienda che per legge di Tari si alimenta e che le centinaia di discariche a cielo aperto con materassi, mobili, wc, sfabbricidi, carcasse di moto non si creano certamente dal nulla. Eppure sul banco degli imputati salgono sempre i lavoratori”.
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